Domani è il 14 aprile 1426 secondo il calendario Bengalese e si festeggia Pahela Bhoisakh, ovvero il primo giorno del nuovo anno, un festival che trascende classe, religione e ceto sociale. Per un giorno tutti sono bengalesi, l’induista, il buddista, il musulmano e il cristiano, povero o ricco che sia.

Domani questa città grigia e polverosa si trasformerà in un mare di colori, due in particolare: il rosso e il bianco.

Il cuore dei festeggiamenti è  come sempre il campus dell’università di Dhaka e l’adiacente parco dove il nuovo anno viene salutato all’alba da un coro disposto sotto un enorme albero.

Nel 1989 ai festeggiamenti usuali si è aggiunto anche un altro evento, il Mongol Shorbojatra, ovvero la sfilata delle maschere e dei carri portanti enormi raffigurazioni  coloratissime, per lo più di animali di cartapesta. Insomma, anche Dhaka ha il suo carnevale, certo non sfarzoso come quello di Rio, ma pur sempre e a suo modo indimenticabile.

Le maschere e gli animali vengono preparati non più di due giorni prima dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti nel giardino antistante la facoltà.

Questa mattina sono andata li, nella speranza di trovare già tutto pronto ma si sa gli artisti sono sempre un po’ imprevedibili e pazzi, lavorano di notte e dormono di giorno e quindi ho trovato la scena deserta ad eccezione di qualche curioso e di alcune telecamere delle TV locali. Degli artisti neanche l’ombra. Mi sono ripromessa di ritornarci la sera, ma mentro mi trovavo per strada è sceso il diluvio universale, tipico di questo mese di Bhoisakh, bellissimo, soprattutto se al sicuro dentro la macchina e a guidare non sei neanche tu. Non sono arrivata a destinazione, purtroppo, ma sono sicura che i giovani artisti dell’Accademia andranno avanti a lavorare tutta la notte per essere pronti per la sfilata domani mattina.

Nel 1989 in Bangladesh c’era la dittatura. Gli studenti, stanchi di dover vivere sotto un regime militare oppressivo, vollero portare alla gente un segno di speranza per un futuro migliore.

Nacque cosi l’idea di far sfilare maschere colorate per scacciare le forze del male e le raffigurazione degli animali. Tra questi almeno uno simboleggia il male, un altro il coraggio e il terzo la pace e tutti insieme lo sforzo della comunità intera di sconfiggere il male attraverso atti di coraggio per creare un futuro pacifico.

E’ considerato un festival secolare visto che vi partecipano tutti a prescindere dalla religione e proprio per questa sua caratteristica è spesso oggetto di critiche. Da una parte le piattaforme di fondamentalisti che rifiutano queste manifestazioni apertamente secolari, dall’altra i gruppi politically correct che sfruttano il secolarismo del Bangladesh per creare divisioni all’interno delle varie comunità.  

Ciononostante, Pahela Bhaisakh è un evento molto atteso da tutti anche da chi magari non si ricorda l’anno che sta per iniziare. E cosi come tutti, anch’io lo aspetterò magari vestita di rosso e bianco, giusto per scaramanzia.