Cari amici, un po’ tutti siamo cresciuti, fin da bambini con quel “C’era una volta” e la nostra fantasia si nutriva di racconti e di storie. Oggi Filippo Golia, benevolo giornalista del TG2, già Prescelto per il Blog, moltiplica l’antico adagio per 49 volte. Che diventa: “C’era 49 volte un paese”, il titolo del suo libro di favole ma per adulti. La sua prosa offre pennellate di garbata ironia quando descrive la vita o le vite tragicomiche di un borgo ipotetico, molto più reale di quanto non si pensi. E ci scappa un sorriso di fronte ai  suoi personaggi. Questi sono un po’ kafkiani, un po’ pirandelliani. Hanno perso il buon senso, fanno la corte al potere per non avere responsabilità, e ancora fanno la conta delle regole per rimanere nell’immobilismo scaricando il problema nelle braccia di un altro.

Mi sono chiesta perché  lo scrittore abbia scelto proprio il numero 49. Non poteva scrivere: “C’era 50 oppure 51 volte un paese?”. Curiosa per natura e convinta che ci sia sempre una ragione o un sentimento nascosti dietro le azioni, ecco che scopro che 49 è il numero dell’incertezza e del cambiamento, delle speranze e delle attese di ogni paese descritto. E alla fine viene naturale dire: “Tutto il mondo è paese”.

Se si è alla ricerca di una soluzione, la risposta è dell’autore stesso: “Un labirinto si può leggere solo guardando dall’alto e mai dall’interno”. Vi invito cari amici a cercare, 49 volte, il vostro paese da favola. Alla fine io ho scelto la favola numero 30 per due ragioni: la prima sta nella forza di questo numero che esalta la creatività, la seconda è perché la favola 30 di Filippo Golia racconta del paese di Cappuccetto Rosso.  E il lupo qui descritto, ne sono sicura, piacerebbe anche ai fratelli Grimm.

Ecco come inizia il “c’era una volta…di Filippo Golia”.