Quanti di voi sono stati a Dhaka? Mmm, pochini.
E certo, Dhaka non è proprio la meta turistica preferita anche fra chi sceglie di venire in Asia. Chi viene qui, viene perchè gli tocca o perchè magari è curioso di vedere il paese confinante con l’India. Come hai detto che si chiama? Ah si, il Bangladesh.
Ma voi, amici di Matilde, siete fortunati perchè avete una guida d’eccezione e un po’ alla volta vi farò conoscere tutto quello che dovete sapere su Dhaka cosi potrete fare bella figura con i vostri amici. In un certo senso è bello vivere a Dhaka perchè puoi fare tutto quello che ti pare. Vuoi camminare sulla strada? Lo fai. Vuoi andare contromano? Perche’ no, se dall’altra parte la corsia è intasata. Vuoi attraversare la strada quando e dove ti pare? Non c’ è problema, basta alzare la mano e fermare le macchine.
Vi ho avvertiti, se volete venire, questo è quello che vi aspetta.
- Il traffico snervante
Sì, come in tutte le grandi città, anche a Dhaka il traffico è pesante ed è regolato a mano da coraggiosi vigili che si trovano solo però negli incroci più importanti della città, nelle altre vie si è allo sbaraglio e allora vince il più furbo, quello con la macchina più grande o vale la legge del “ma lei non sa chi sono io”. Oppure non è raro vedere macchine con vari “sticker” che vuol dire che è una macchina importante a cui dare la precedenza: c’è lo sticker “medico a bordo”, “giudice della corte suprema”, “giornalista del giornale xy”; anch’io ho il mio sticker di tutto rispetto quello dell’università di Dhaka!
Per sapere come evitarlo, il traffico, non serve ascoltare ‘Dhaka Chaka’ (la Ruota di Dhaka ovvero il bollettino radiofonico per gli aggiornamenti in tempo reale sul traffico) ma è sicuramente più utile tenersi informati sugli eventi a cui parteciperà la Primo Ministro e qualche parlamentare importante oppure se qualche capo di stato verrà in visita perchè in quel caso è meglio evitare di uscire in macchina.
Anche questo pezzo è stato scritto “per strada”, nelle pause tra un incrocio e l’altro!
Quindi se venite a Dhaka, non fatevi mancare qualche ora incastrati nel traffico, fa tutto parte dell’esperienza;
- Ti senti osservato e ti fanno le foto
Ti senti guardato solo se sei straniero, soprattutto con la pelle bianca, i capelli biondi, ancora di più se i capelli sono rossi e la faccia piena di lentiggini. I bengalesi odiano le lentiggini! Mi veniva detto all’inizio: ‘non ti preoccupare, non farci caso, è solo curiosità’ ma può essere fastidiosa, soprattutto per le donne. Se non vi piace essere osservati o fotografati, beh allora vi dovrete abituare molto presto.
- La cordialità della gente
Questo si, i bengalesi sono molto cordiali con gli stranieri. Se si accorgono che sei un turista, è molto probabile che ti si avvicinino per chiederti se hai bisogno di aiuto. Sfoderando il loro inglese migliore, ti chiedono dove devi andare e, se ti serve un rickshaw, te lo chiamano, contrattano la tariffa giusta, ti caricano su e si assicurano che il rickshawallah vada piano e stia attento alle macchine perche tu non ‘sai’. Non è raro che ti paghino anche la tratta perchè oltre che cordiali sanno essere anche generosi e non tirchi come i vicini indiani. Da qui a un invito a casa loro per un bicchiere di te passano solo dieci minuti.
- Inquinamento
Dhaka è una se non forse la più inquinata città del mondo. Procuratevi una mascherina, tipo quelle da chirurgo. Troppe macchine, autobus inquinanti con scarsa manutenzione, polvere da lavori perennemente in corso, cantieri, fabbriche.
- Street food da sogno
Dhaka è il paradiso del cibo da passeggio. Tante cose sfiziosissime per pochi centesimi. Singara, somucha, fuchka, jhal muri, chotpoti ma anche frutta: cocco, ananas, papaiya, anguria, mango crudo, amra, cotbel già tagliati e conditi. Magari dedicherò un pezzo solo a questo in un’altra occasione. Per ora fatevi solo venire l’acquolina in bocca.
- Varietà dei trasporti
Il migliore per le piccole distanze rimane il rickshaw. Per un’esperienza davvero singolare, salite su un rickshaw e non ve ne pentirete, la vostra schiena e fondoschiena un po’ si, ma come ho detto ci si sposta sul rickshaw solo per un breve tragitto magari tra i viali alberati dell’università di Dhaka o nelle viuzze affollatissime della città vecchia. Se amate il rischio vi suggerisco il CNG, un’ape colorata di verde, che va a metano (da qui il nome). Sono spericolatissimi, si infilano tra le macchine e gli autobus ma vi portano a vostra destinazione in un batti baleno. Forse.
Ci sono anche una miriade di autobus ma non si capisce bene dove vanno e dove si fermano. Se vedete un folto gruppo di persone in qualche angolo di strada o incrocio beh, forse stanno aspettando l’autobus. I piu affidabili e puliti sono quelli rossi a due piani del governo con la scritta BRTC. Di recente la città è stata invasa da UBER, che offre un buon servizio affidabile e relativamente a buon mercato. L’app di UBER in uso qui credo sia unica: la macchina premier per i ricchi, quella normale o X per i piu’ poveri e la…. moto, per chi vuole arrivare prima.
Sulla scia di UBER, di recente è stato inaugurato anche il servizio auto e moto solo per donne con autisti donna, che io, personalmente ho trovato molto appropriato per questo paese.
- I contanti
Dimenticatevi la carta di credito (accettata pero’ negli alberghi e nei ristoranti). Qui si paga tutto in contanti.
- L’inglese
Non preoccupatevi di imparare qualche parola di Bengali. Qui tutti parlano l’inglese o almeno ci provano. E anche quando mastichi un po’ di Bengali, loro continuano sempre a risponderti in Inglese. Meravigliosi!
Come ho scritto nel titolo, questa è solo la prima parte, ho in riserbo tante altre cose sfiziosissime.
Ecco, si riparte…
Alla prossima