Le vacanze natalizie si concludono convenzionalmente il 6 gennaio, giorno in cui cade la Festa dell’Epifania, meglio conosciuta come la festa della Befana.

Il termine deriva dal greco “ἐπιφαίνω”, epifàino, verbo che significa “mi rendo manifesto” e dal sostantivo femminile “ἐπιφάνεια”, epifàneia “manifestazione, apparizione, venuta”. Il Cristo “si manifesta” ai Re Magi, anche se il bambino Gesù non fa nulla di particolare, non compie miracoli in questa circostanza, che possano testimoniare la sua natura divina. Solo la stella cometa guida il loro cammino affinchè anche loro, re eruditi, colti e sapienti possano “manifestarsi” ed essere riconosciuti dal bambino Gesù.

L’epifania, dunque, a livello interiore rappresenta la nascita psicologica che può avvenire solo grazie alla presenza e al riconoscimento dell’altro. Solo attraverso l’altro, attraverso il contatto con chi è al di fuori di me che davvero io posso percepire me stesso.

L’identità umana é legata tanto al soggetto quanto al contesto sempre in evoluzione. Si sviluppa lungo la vita, avendo un nucleo aggregativo che si mantiene costante ed assicura quella continuità per la quale uno si riconosce e viene riconosciuto. La costituzione dell’Altro e la costituzione dell’Io sono, dal punto di vista fenomenologico, due facce dello stesso processo, che è all’origine della soggettività dell’io come dell’ oggettività del me.

Questi sono i presupposti della costruzione dell’identità, di un percorso che si svolge nel tempo. L’altro diviene così l’ideale orizzonte di risposta di quella che si presenta come un’esigenza fondamentale dell’individuo, il bisogno di riconoscimento: “Avere un’identità” significa, infatti, non solo riconoscersi nelle azioni che si sono compiute nel corso del tempo o nell´”immagine” di noi, da noi stessi articolata, ma anche essere riconosciuti in un mondo sociale. Questa prospettiva consente di raggiungere in maniera nuova la questione dell’identità e della costituzione del Sé. Per questo possiamo dire che la reciprocità è stata da sempre parte della costituzione ontologica dell’uomo, che nelle sue molteplici forme, s’intreccia nel ciclo della vita componendo e ricomponendo l´identità propria.

L’Altro da co-produttore della nostra identità, se non rispetta la libertà e la diversità altrui, può diventare addirittura minaccia per la sopravvivenza della nostra soggettività.

Quindi noi siamo in grado di “manifestarci” al mondo solo grazie all’altro. Il nostro modo di pensarci, di percepirci si fonda su due aspetti integranti: uno propriamente personale ed individuale che riguarda il nostro sé inconscio e profondo; l’altro esterno a noi e che riguarda  il modo in cui gli altri ci percepiscono e ciò che ci gli rimandano, attraverso un gioco di “specchio riflesso”.

Ecco quindi l’importanza dei Re Magi, l’importanza di essere riconosciuti nella propria essenza.