Dal 4 giugno del 1953 è posizionata a Roma, sulla collina di Monte Mario. Di rame, ferro e ottone, è interamente ricoperta con la tecnica della doratura a foglia d’oro…ed è bellissima. “Tempus fugit” e, anche se il 4 giugno di questo 2018 ha compiuto 65 anni, per i Romani rimane sempre la Madonnina di Monte Mario.

La sua è una storia particolare. L’ha voluta la gente della città eterna come segno di riconoscenza alla Vergine per aver salvato la capitale dalla distruzione certa durante la II Guerra mondiale.

Tutta la città fu invitata da Pio XII a pregare il Rosario perché Roma non venisse rasa al suolo durante la ritirata delle truppe tedesche e l’arrivo degli Alleati – era il 1944. Non venne versata una goccia di sangue! La città era salva! Arrivò il momento di mantenere le promesse del Voto: conversione del cuore; un atto caritativo – da qui, la nascita del Centro Don Orione – e un segno di culto, per il quale ci volle un po’di tempo ma questa, lo potete immaginare, è una storia a lieto fine.

 

 

La statua fu realizzata dallo scultore ebreo Arrigo Minerbi, salvato dal rastrellamento del Ghetto grazie alla Piccola Opera di Don Orione e al sostegno della Santa Sede. Come segno di riconoscenza, Minerbi accettò l’incarico ma al momento di realizzare il volto di Maria esitò. Che tratti darle? Pensò allora al detto popolare “ i primogeniti matrizzano – assomigliano alle madri – e decise quindi di procedere ispirandosi al volto della Sacra Sindone. Il resto, lo raccontano le immagini.