“Dormi Ciro che noi siamo svegli”
Lavorare in un’agenzia viaggi ha i suoi vantaggi! Per esempio ti offre la possibilità di partecipare alla visita a Pasargade con un nostro gruppo italiano. In questo complesso si fa subito notare la tomba di Ciro: doveva essere edificata in un piccolo paradiso (nella parte posteriore del complesso e in mezzo un giardino) ma con il crollo dei palazzi circostanti, ormai sorge in una zona desertica.
La struttura è costituita dai diversi elementi, specchio delle differenti culture che hanno attraversato il dominio dell’Impero Persiano: questo restituisce un senso familiare, potremmo dire di amicizia per i pellegrini che vengono a trovare la tomba di un sovrano tanto importante. La forma del tempio è di scuola Mesopotomica.
La torre, invece, è di tradizione ariana, ma mantiene la caratteristica chiamata Zigurat, antica costruzione babilonese, con la cima a sette piani. La simbologia del numero sette è importantissima: sette piani, sette cieli, sette paradisi. Rappresenta la perfezione raggiunta dall’uomo. La perfezione divina, invece, viene rappresentata con il numero sei: sei piani, sei cieli, sei paradisi, etc.
Il numero sette è presente anche nel misticismo islamico e nella scuola Sufi: anch’essi descrivono il paradiso in sette piani. Per la copertura è utilizzato materiale roccioso, come nella tradizione delle sepolture occidentali. Per il tetto, influenzato dalla tradizione assira, si dice che i quattro lati vengano interpretati come i quattro elementi.
Il mistero sulla tomba di Ciro si infittisce: perché la struttura si è ben conservata, mentre i palazzi intorno sono quasi distrutti? La maggior parte della distruzione dei monumenti preislamici è avvenuta durante l’invasione araba, convinti che fosse opera di Satana. Gli iraniani dell’epoca ebbero un’idea geniale, che consentì di salvare i monumenti più importanti religiosamente e culturalmente: hanno associato il Nome di Salomone a quello dei monumenti.
Poichè nella religione degli arabi era considerato come un profeta: per esempio il tempio dei zoroastriani al nord-ovest dell’Iran, fu rinominato “il trono di Salamone”, che in realtà era un complesso dei palazzi del periodo Sassanidi. La tomba di Ciro fu denominata la tomba della madre di Salamone, lo stesso nome porta anche un paesino vicino a Pasargade e ancora oggi viene chiamato ufficialmente con quel nome. E così si salvò nel periodo dell’invasione islamica.
Ma la struttura è sopravvissuta anche durante l’invasione di Alessandro Magno. La distruzione del complesso è antecedente il suo arrivo a Pasargade e quando vi giunse punì i responsabili di quella distruzione (sia gli invasori che i guardiani del posto), cercando di rimetterlo apposto.
C’era una frase incisa sul portone che ormai si trova nel Museo a Tehran: “O uomo, chiunque sia e da dovunque venga -so che verrai- io sono Ciro, ho costruito per i persiani questo grande impero e ora non invidiare questo pugno di terra che mi ricopre il corpo”.
Athine
PS: le descrizioni sopra riportate sono un sintesi di quello che ci ha spiegato la nostra abile guida Shahab.