Care amiche e amici de isegretidimatilde, in questi giorni i Praghesi stanno vivendo un momento molto difficile, dovuto ad un irrigidimento delle restrizioni per l’aumento dei contagi da covid19. Anche sull’Italia, sull’intera Europa e in tutto il mondo è arrivato questo vento velenoso e mortale che ha cambiato, in un attimo, la vita delle persone e delle città.
Una capitale come Praga, che conta approssimativamente 1.300.000 abitanti, con un flusso turistico di circa 8.000.000 di persone all’anno,si è svuotata all’improvviso. Le voci, l’allegria, la voglia di vivere e di esplorare dei ragazzi, delle famiglie e dei gruppi di amici, in pochi giorni, sono scomparsi.
Se, fino ai primi mesi del 2020, i quartieri della Città Vecchia e Malastrana pullulavano di visitatori da ogni parte del mondo; se sul Ponte Carlo gli artisti da strada creavano un’atmosfera di spensieratezza con la loro musica e le loro voci, ora non è più così. È come se un velo di solitudine e tristezza si sia posato sul centro storico di Praga.
Ma a me, cari amici, piace pensare di essere tornata indietro nel tempo, di vivere nel secolo scorso, quando molte cose non si potevano fare e non si potevano dire. Allora la città, molto più decadente ma di un fascino misterioso, apparteneva ai suoi cittadini.
Mi piace immaginare le piccole vite del centro, percorse da studenti, operai, bambini, che camminano veloci, che ridono e che si tengono per mano. Il traffico non esiste, l’auto è un privilegio per pochi. Oggi mi sono incamminata verso Josefov, il quartiere ebraico e ad un certo punto mi sono accorta di essere sola.
Proprio lungo la stradina sottostante il cimitero ebraico, che in tempi normali è caratterizzata da una serie di chioschetti di souvenir, dove il giovane commesso con la Kippah ti invita a portarti a casa il portachiavi con il Golem, ma ora ci sono solo io.
È ancora inverno qui a Praga, fa freddo, una sottile foschia ricopre la città e una piacevole inquietudine mi avvolge. Anche in momenti di difficoltà, di ansia per il futuro, di attesa logorante di tornare alla vita di prima, credo si possa trovare qualcosa di bello, che ti fa sognare e sentire più leggero, in fondo potrò dire ai miei nipoti che, per un momento, il cimitero di Praga è stato tutto mio







