Con il lieto annuncio del mio tampone negativo, sono pronta per la grande avventura olimpica. Almeno per la prima giornata, con l’accredito al grande quartiere generale della stampa, il Beijing Olympic Main Press Centre che si affaccia giustamente sul Villaggio Olimpico. Sport e innovazione corrono insieme in queste Olimpiadi invernali made in China.
L’accoglienza è la stessa: tute bianche coprenti per gli addetti alla sicurezza. Questa volta dietro gli occhialoni di plastica, uno sbattito di ciglia folti e una voce femminile che mi chiede con garbo di avvicinarmi al dispositivo rilevatore di presenza facciale. E, come per magia, il mio volto compare sul display della macchina.
Semaforo verde con due QR sul mio cellulare grazie a un app scaricata che sono l’equivalente del nostro green pass. E’ fatta: posso entrare nel posto dove centinaia di giornalisti seguiranno le Olimpiadi, al via il 4 febbraio. I protocolli anti Covid sono rigidi per accedere nella Bolla olimpica che dà ospitalità agli atleti, alle delegazioni sportive, agli addetti ai lavori, ai giornalisti con accredito. Il popolo olimpico al sicuro nella Big Bubble di protezione di quasi 200 chilometri e che mette al sicuro anche la città di Pechino dal virus e dal contagio.
E per garantire la sicurezza di tutti non ci saranno biglietti in vendita per asssistere ai giochi. Si potrà accedere solo su invito. Oltre a Pechino ci sono altre due località in cui si svolgeranno le competizioni: Yanging e Zhangjiakou a nord ovest della capitale. Si tratta del sistema olimpico più esteso sul territorio mai realizzato. Un treno ad alta velocità e dedicato accorcerà le distanze, ma di questo vi parlerò in seguito. Ora vi mostro uno skyline a cinque cerchi.