
I vaccini AstraZeneca. Puntuali, come da accordi, e in dosi sufficienti a coprire il primo ciclo di vaccinazioni quello per intendersi rivolto alle persone piu’ a rischio di contagio. La lista era gia’ pronta un paio di mesi fa e pubblicata sui giornali ma i dettagli e il numero di riceventi sono stati resi noti solo ora e comprende, come predisposto dalle direttive dell’OMS, il personale medico-sanitario, le persone con patologie pregresse, gli addetti ai servizi essenziali, polizia, vigili del fuoco, addetti ai funerali, religiosi, giocatori di cricket, football e hockey, impiegati di banca, poste, impiegati statali e ministeriali, combattenti della guerra di liberazione, ultrasessantaquattrenni, ecc. Gli insegnanti esclusi. Ah, ma tanto le scuole di ogni grado e livello sono chiuse da un anno e nessuno ha mai avanzato un piano per riaprirle. Si prosegue anche qui con la DAD, per chi ha un computer con connessione. Intanto chi si doveva iscrivere all’universita’ ha gia’ perso l’anno perche’ l’esame di ammissione alle universita’ statali, che si svolge a settembre, non e’ stato fatto, non solo per motivi sanitari ma anche perche’ gli studenti non avendo fatto l’esame di maturita’ a giugno, saltato per via del COVID, non avevano i risultati necessari per accedere all’esame. Gli insegnanti, come pure gli studenti, non fanno parte ne’ della popolazione a rischio, ne’ di quella prioritaria.
Ma intanto ringraziamo la nostra primo ministro che e’ riuscita grazie alle sue doti diplomatiche a farci avere 7 milioni di dosi. Due milioni di dosi erano gia’ arrivate qualche giorno fa direttamente dall’India in regalo, gli altri cinque sono stati acquistati sempre dall’India, l’unico paese produttore del vaccino AstraZeneca per il subcontinente asiatico.
Come per gli altri paesi che hanno gia’ iniziato le vaccinazioni, anche qui la prima ad essere vaccinata e’ stata un’infermiera di uno degli ospedali statali che riceve pazienti COVID. Davanti alle telecamere e in collegamento video con la primo ministro, ha poi detto che e’ stato indolore e di sentirsi bene e ha incoraggiato tutti a fare il vaccino.
A Dhaka il primo ciclo di vaccini coprira’ cinque ospedali statali per un totale di 500 medici, poi si allarghera’ a tutto il paese per un totale di circa 42000 tra medici e infermieri.
In questi giorni i vaccini stanno raggiungendo i vari distretti fuori Dhaka, pronti per l’inizio della prima fase di vaccinazione che partira’ ufficialmente in 7 febbraio. Non ho dubbi che i vaccini verranno distribuiti e mantenuti in modo corretto. C’e’ da dire, a favore di questo paese, che il programma di vaccinazione infantile e’ molto ben sviluppato ed efficiente, anche grazie al supporto logistico e alle campagne di sensibilizzazione per esempio dell’Unicef e di altre organizzazioni non governative locali e internazionali. Quindi si tratterebbe di applicare le stesse metodologie anche per il nuovo vaccino. C’e’ anche da sottolineare il fatto che il movimento no-vax praticamente non esiste qui. Tutti i bambini vengono vaccinati, senza se e senza ma. Del resto la gente analfabeta o poco istruita dei villaggi ha modo di accedere alle informazioni che si trovano un po’ ovunque su Internet e farsi un’opinione? No, quindi si vaccinano.
L’unico timore nei confronti del vaccino, a cui le agenzie governative e non e i volontari stanno lavorando, non e’ tanto sulla sua pericolosita’ o sugli effetti collaterali, quanto piuttosto sulla necessita’ di far comprendere loro che il virus esiste ed e’ altamente contagioso. Molti nelle zone rurali sono ancora convinti che non esista nessun virus. E’ vero, nelle zone rurali e nei villaggi il tasso di contagio e’ praticamente nullo. I casi sono tutti concentrati quasi esclusivamente a Dhaka e nelle altre due o tre citta’ piu’ grandi del paese; ed e’ anche vero che non si spostano con tanta facilita’ e frequenza e tendono a rimanere nella loro zona. Resta il fatto, ancora inspiegabile, che il Bangladesh, nonostante le prospettive non fossero rosee, non ha mai avuto i terrificanti dati di contagio e mortalita’ di altri paesi. Primo fra tutti l’India. Durante questo ultimo anno, i positivi con sintomi non hanno mai superato i 3000 casi al giorno, e i decessi fra i 25/30 casi.
Ieri ci sono stati 300 casi e 7 morti a fronte di poco piu’ di 10.000 tamponi.
Ma intanto ringraziamo l’India che ci ha regalato due milioni di dosi e vendute 5. Non tutti sono stati cosi fortunati. La distribuzione dei vaccini gratis si svolge a colpi di diplomazia per contenere l’influenza della Cina con la quale di recente ha avuto qualche schermaglia al confine per l’installazione di qualche struttura militare. Il Bhutan ne ha ricevuti 150.000, le Maldive 100.000. Il Pakistan, nemico storico sia dell’India che del Bangladesh per via, ma non solo, dei tre milioni di morti durante la guerra di liberazione in Bangladesh di cui non ha mai mostrato rimorso, e’ ancora in lista d’attesa. Il Bangladesh li ha ottenuti subito e in gran quantita’ (e’ il paese con il maggior numero di vaccini disponibili dopo l’India!) grazie agli ottimi rapporti che il governo di Sheikh Hasina ha saputo mantenere negli anni con i vicini.
Un favore che ricompensa tutti gli altri favori che il Bangladesh ha fatto e continua a fare all’India negli anni. Ne cito solo alcuni, quelli piu’ ecclatanti: l’uso del piu’ grande porto del Bangladesh come centro di smistamento dei prodotti verso i cosiddetti ‘7 sister states’, cioe’ quegli stati indiani che, se guardate sulla cartina geografica, si trovano a est del Bangladesh; il passaggio GRATUITO attraverso il Bangladesh ai camion indiani che trasportano merce verso questi stati appena nominati; la concessione di costruire una centrale a carbone appena oltre il confine in una zona del Bangladesh ad alto rischio ecologico e protetta dall’Unesco per la quale gli ambientalisti indiani si erano fortemente opposti; l’uso indiscrimanto della diga Farakka che garantisce l’acqua dei fiumi finche’ scorrono in India ma la prosciuga appena passano il confine per scorrere in Bangladesh; e cosi via.
Qualcuno aveva suggerito che la primo ministro si vaccinasse per prima per dare il buon esempio e convincere tutti a farsi vaccinare; ma lei ha rifiutato dicendo che prima dovevano essere i cittadini del suo paese a essere vaccinati. La ‘Mother of Humanity’, appellativo che si e’ guadagnata per aver accolto un milione di profughi Rohinga nel 2017, ha mostrato ancora una volta la sua grande umanita’ e a noi non ci resta ancora una volta che ringraziarla.




