Tutti noi qualche volta mettiamo in atto atteggiamenti di evitamento. Evitiamo di parlare in pubblico, evitiamo di dire le cose con sincerità per paura di ferire e così via. Evitare solo qualche volta non presagisce alcun disturbo.

Quando invece si ripete molto spesso e l’evitamento diviene un vero e proprio stile di vita senza riuscire a comportarsi in altro modo, allora possiamo parlare di disturbo da evitamento. È una condizione alquanto deleteria, che porterà a vivere giorno dopo giorno serie difficoltà. E come conseguenza ad un serio abbassamento della qualità della vita. Una modalità di funzionamento alquanto subdola, che in genere fa la propria comparsa presto, ma della quale ci si rende conto tardi in età adulta, in quanto solo negli anni inizia a manifestarsi in tutta la propria natura.

Le difficoltà maggiori compaiono nella fase in cui noi individui crescendo, e divenendo maggiormente responsabili di noi stessi, dovremmo essere capaci di agire in maniera finalizzata per ottenere ciò di cui abbiamo necessità.Dovremmo essere capaci di affrontare le difficoltà, ed avere quotidianamente ed in diversi ambiti della vita un atteggiamento attivo e funzionale.

L’evitamento purtroppo può divenire un grande problema quando impedisce di fare tutto questo. Non consente infatti all’individuo di essere attivo, di esporsi nel raggiungimento dei propri obiettivi, nel superamento delle difficoltà, di spendersi al meglio nei vari ambiti della propria vita.

E lo porta al contrario a vivere letteralmente “la vita in panchina”, non agendo, o mettendolo in condizione di agire al minimo delle proprie potenzialità.

Vivere in attesa che le cose accadano, finirà per portare il soggetto a costruire una vita di rimpianti, rinunce ed occasioni mancate, con tutte le conseguenze negative che possiamo immaginare in termini emotivi.

Molto spesso alla base di tale condotta c’è l’emozione della paura.

C’è l’idea di non essere all’altezza di affrontare una certa situazione, e la vita stessa. E spesso la sopravvalutazione del pericolo connesso a ciò che cerchiamo con tutte le nostre forze di evitare.Si tratta di qualcosa che pensiamo di non poter affrontare, e sul quale appunto proiettiamo tutte le nostre peggiori paure.

L’evitamento può riguardare qualsiasi cosa, e diviene un vero problema se utilizzato in dosi massive, in quanto colui che lo attua, purtroppo finisce per crearsi costantemente dei limiti, non necessari, che lo porteranno a vivere in una sorta di prigione che nel tempo diviene sempre più difficile da distruggere, e da cui “diviene improponibile evadere”.

Le conseguenze di una tale condotta porta inoltre ad un maggiore abbassamento dell’autostima, ed in seguito dell’umore.

Il soggetto evitante possiede già di per sé una bassa autostima. E’ quindi già convinto di non poter fare, di non essere in grado.Il non fare, il non agire, o agire il minimo possibile, il non affrontare le difficoltà, non farà altro che rafforzare tale convinzione.E con il rafforzarsi di tali convinzioni l’umore purtroppo andrà sempre più giù.Uno scoraggiamento destinato quindi ad aumentare. Meno faccio infatti, e meno vorrò fare, e meno potrò credere in me stesso.