Sono passati più di settant’anni da quando gli studenti dell’università Karolina partirono dall’ateneo ad Albertov per raggiungere piazza S. Venceslao e celebrare la nascita della Prima Repubblica Cekoslovacca. Petr e Alena si sono sposati, hanno fatto una famiglia che ha vissuto la Seconda Guerra entrando infine nel tunnel del regime comunista sotto la guida dispotica di Mosca. Ora vivono per vedere la laurea della loro giovane nipote Hana che come i nonni sogna di diventare pediatra e aiutare i bambini che hanno problemi di salute. Nessuno ha più notizie di Tomaš che, dopo essersi distinto come brillante medico e ricercatore, è riuscito a defezionare trovando rifugio negli Stati Uniti per continuare quella passione che si chiama Medicina in piena libertà. È il 17 novembre 1989 e oggi in Cecoslovacchia si festeggia la Giornata Internazionale dello Studente e come quella lontana mattina del 1918 si sente il profumo di cambiamento nell’aria. Ormai da diversi mesi i Praghesi hanno la consapevolezza che il gigante chiamato Unione Sovietica si stia sgretolando e proprio i giovani vogliono essere protagonisti di questo storico momento. È domenica e Hana esce di casa per raggiungere i compagni universitari ad Albertov.
“Ora tocca a noi”, dice a voce alta seguendo i suoi pensieri che vagano dalla manifestazione avvenuta a Bratislava il giorno precedente a quella portata avanti dai nonni tanti anni prima. La città è tranquilla, forse troppo, forse è quella famosa calma che precede la tempesta e con la mente immersa in mille riflessioni la ragazza arriva a destinazione per unirsi ai compagni di corso. E ci sono proprio tutti! Karel, il secchione che non condivide gli appunti con nessuno, la bella Klara, fissata con la chirurgia estetica e anche il professore di anatomia, un luminare un po’ burbero che per quel giorno è sceso dalla cattedra per unirsi ai suoi studenti. Verso le 16.00 il corteo di ragazzi inizia a marciare per le strade di Praga, cantando motivetti proibiti dal partito e sventolando striscioni inneggianti la fine del regime. Hana è in prima fila.
“Sarà la Rivoluzione più importante di questo secolo!”, esulta stringendo forte la mano di Klara che ribatte: “E la chiameremo Rivoluzione di Velluto! Come i Velvet Underground!… Li conosci vero?”. Le loro mani si staccano improvvisamente, sono nei pressi di Narodnì e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa stanno aspettando i manifestanti per caricare e disperdere la folla. Hana corre, perde di vista gli amici e torna a casa, è frastornata, triste e delusa“ possibile che sia tutto finito così?” In realtà qualcosa di veramente grande quella protesta lo ha innescato perché la sera stessa gli studenti più determinati con la solidarietà di artisti e attori proclamano uno sciopero generale che il giorno seguente si allarga a tutto il paese e nell’arco di alcune settimane il potere del partito comunista viene spazzato via da una ventata di libertà.
NewYork, Stati Uniti, un vecchio professore universitario segue con interesse gli eventi di Praga alla televisione e un fiume di ricordi innondano la sua mente, i volti degli amici inseparabili Petr e Alena, la marcia verso piazza S. Venceslao, rivive tutta la sua giovinezza che aveva cercato di dimenticare perché troppo dolorosa, si rivolge verso il nipote e gli sussurra “ Hey Tom…it’s time to go home.”