Il lockdown partito il 1 luglio e che doveva terminare il 5 agosto e’ stato esteso fino al 10 agosto, com’era del resto prevedibile.
Nel mezzo c’e’ stata la pausa di 4 giorni per celebrare Qurbani Eid e l’apertura delle industrie esportatrici che hanno fatto pressione sul governo per riprendere le attività ed evadere gli ordini dall’America e dall’Europa che stavano cominciando ad arrivare. L’industria del tessile e delle confezioni è il motore trainante dell’economia del Bangladesh, ogniqualvolta i grandi industriali del settore fanno pressione, il governo cede. Sempre, anche se c’è di mezzo una pandemia.
Il lockdown ha tenuto per tre/quattro giorni massimo poi la gente ha cominciato ad uscire chi con la propria macchina o moto chi con il rickshaw. I mercati sono affollati, le strade secondarie affollatissime di rickshaw e pedoni. La poliza si trova solo agli incroci delle strade più importanti. Fermano le macchine, danno multe a raffica perchè la gente esce senza un motivo valido.

Il governo ha dimostrato nel corso dell’ultimo anno e mezzo di non essere assolutamente in grado di avere e tenere la situazione sotto controllo e questo per una serie di motivi.
Primo, la gente non ha la benchè minima fiducia nell’operato dei vari ministeri direttamente coinvolti nella gestione della pandemia e che si sono resi protagonisti specialmente a partire da questo ultimo lockdown di decreti che non hanno nessun fondamento scientifico o logistico; secondo, la centralizzazione della gestione dell’infezione senza delegare poteri o una certa autonomia alle regioni e alle unioni amministrative fuori Dhaka nonchè la mancanza di un’efficace e solerte rete di comunicazione tra il centro e le periferie; questo vale anche per la situazione negli ospedali, quelli a Dhaka sono attrezzati e riescono a far fronte all’afflusso di pazienti mentre quelli fuori versano in condizioni pietose per mancanza di personale, attrezzature tanto è vero che la maggior parte dei pazienti negli ospedali di Dhaka provengono da fuori; terzo, la mancata identificazione delle priorità fin dall’inizio della pandemia e, per le poche che venivano identificate, il totale fallimento nel rispettarle.

Sono circa 10 giorni che ci propinano decisioni che immancabilmente vengono ritratte il giorno successivo. All’inizio il governo aveva dichiarato che avrebbe iniziato una vaccinazione di massa per vaccinare almento almeno 10 milioni di persone in 6 giorni, a partire da sabato 7 agosto. Dopo due giorni i sei giorni sono diventati uno e la vaccinazione di massa è diventata un progetto-pilota di una giornata (quella di sabato 7) per testare la preparazione delle strutture amministrative fuori Dhaka di vaccinare in massa la popolazione. Il motivo del dietrofront: la mancanza di vaccini. Ma non lo sapevano quanti vaccini avevano a disposizione? Apparentemente no. Il governo non sa quanti vaccini ha acquistato e quanti ne arriveranno nei prossimi mesi. Ci era stato detto che si poteva partire con la vaccinazione di massa perchè avevamo un deposito di 12 milioni e mezzo di dosi e che altri 200 milioni sarebbero arrivati entro l’inizio del prossimo anno, soprattutto dalla Cina, Giappone e India.

Tutte ipotesi. Ne hanno ordinati milioni ma arrivano con il contagocce, qualche centinaia di migliaia ogni tanto, una settimana si, due no, così che ci e’ impossibile preparare un piano di distribuzione. All’inizio hanno vaccinato le categorie a rischio; le persone al di sopra dei quarant’anni che appartenevano a queste categorie si dovevano registrare, senza obbligo e di propria iniziativa sul sito del governo. Dopo circa un paio di mesi, la vaccinazione ha subito uno stallo per mancanza di vaccini (quelli già ordinati e pagati che l’India ha poi pensato di tenere per sè). Dopo di che la vaccinazione e’ ripartita ed e’ stata aperta a tutti per cercare di coinvolgere il maggior numero di persone. Da 40 anni siamo passati a 35, da 35 a 25 e ora da 25 a 18 anni.


Sul sito del governo ci si può registrare solo se si è in possesso della carta d’identità. Quanto l’età si è abbassata ai 18 anni, hanno scoperto che la maggior parte dei giovani non avevano la carta d’identità. La carta d’identità qui non viene fatta alla nascita. Il primo documento ufficiale in cui compare il tuo nome e la tua data di nascita è il certificato scolastico al termine della classe decima cioè a sedici anni. Per la stragrande maggiorane della popolazione rurale questo è l’unico documento riconosciuto che determina la tua età, sesso e nome e in cui compare il nome dei genitori. Se non vai a scuola, non hai nemmeno quello. Un altro problema è che la gente che vive nei villaggi, oltre a essere analfabeta non ha accesso a internt o a uno smartphone, entrambi necessari per potersi registrare sul sito, per non parlare delle conoscenze tecniche per operare uno smartphone, accedere al sito e scegliere le opzioni che ti riguardano. Aggirato il problema della carta d’identità introducendo la possibilità di accedere al sito con qualsiasi altro documento tipo passaporto o certificato di nascita oppure nulla presentandosi direttamente al centro vaccini, il Ministero dei Reduci della Guerra di Liberazione annuncia che le persone a partire dai 18 anni che verranno fermate per strada senza il certificato dell’avvenuta vaccinazione, saranno perseguibili per legge!


Si scatena il panico e una rivolta sui social con meme satiriche nei confronti del governo.
La dichiarazione a dir poco bizzarra è stata subito smentita dal ministero della sanità, ma intanto ci si domanda perchè il Ministero dei Reduci di Guerra abbia sentito l’urgenza di far cadere il paese nel caos dicendo una fessaria infondata?
Nel frattempo l’età minima per essere vaccinati è risalita a 25 nella speranza che chi abbia almeno 25 anni sia in possesso di una carta d’identità o di un passaporto.
In Bangladesh ci sono 140 milioni di persone di età superiore ai 18 anni e quindi abbiamo bisogno di 280 milioni di dosi di vaccino. Fino ad ora 14 milioni di persone hanno avuto una dose di vaccino, solo 4 milioni due.


Ci sono quindi ancora 130 milioni di persone da includere nel piano di vaccinazione. Se si riuscisse a vaccinare 10 milioni di persone al mese, come dice il governo vantandosi, avremmo bisogno di 26 mesi per raggiungere l’obiettivo. Questo però solo se avessimo un afflusso costante di vaccini, che al momento non abbiamo. Ci sono solo promesse ma nessuna certezza.
E cosi fra una dichiarazione e una smentita, l’attesa dei vaccini e purtroppo storie di malati di Covid che muoiono perchè non hanno accesso alle cure o all’ossigeno di cui hanno bisogno, qui si passa il tempo a gioire per le medaglie olimpiche dell’Italia e per la prima vittoria assoluta nella storia del cricket del Bangladesh nei confronti dell’Australia. Go Tigers!

Le foto prese dal giornale di oggi mostrano come sta andando il progetto-pilota di vaccinazione di massa nelle zone rurali.