Ho la fortuna di vivere in un quartiere tranquillo, in un appartamento al primo piano che si affaccia su un piccolo campo di cricket, peraltro appena rimodernato, con la terrazza della camera da letto posizionata esattamente in centro, il che vuol dire che se io sposto lo sguardo sia a destra che a sinistra vedo solo alberi di mango ed erba nella stessa identica misura.
Ho la doppia fortuna di essere svegliata dal cinguettare degli uccellini e dal gracchiare dei corvi, molto frequenti qui. E’ uno dei miei primi ricordi impressi nelle mente subito dopo essere arrivata insieme al costante rumore di sottofondo dei clacson delle macchine.
Capita il venerdì e il sabato mattina che ai suoni della natura si aggiungano quelli dell’umanità varia che passa sotto le finestre e i terrazzi dei palazzi per guadagnarsi da vivere. Sono gli street vendors, venditori che tirano carretti di frutta e verdura, pesce, polli vivi, ma molto disciplinati, che uccidono, spellano e tagliano in un batti baleno pronti da mettere in pentola per il pranzo; raccoglitori di carta, bottiglie di plastica e vetro, oggetti elettronici guasti ma che loro sanno resuscitare, ripulire e rivendere da qualche altra parte a qualche ignaro e ingenuo acquirente.
Ora che Dhaka, in teoria, è in lockdown, sono utilissimi e passano con più frequenza e non solo il venerdi e sabato perchè sanno che la gente, quella che se lo può permettere, è a casa ed è comodo fare la spesa sotto casa. E poi ci sono quelli stagionali che ricompaiono ogni anno nello stesso periodo. Uno lo vedete anche nei video allegati ed è l’arrotino. C’è un motivo per la sua presenza. Il 19 o 20 luglio, dipende dall’avvistamento della luna, si celebrerà Qurbani Eid, la seconda festa religiosa più importante, quella, per intenderci, in cui macellano le mucche per strada. Assieme a frigoriferi e congelatori nuovi, anche avere coltelli super affilati diventa una necessità ed ecco così che compaiono queste persone al suono di ‘shil-pata bothi dhar’.
Le loro cantilene sono, se uno si soffermasse un attimo a pensare, belle, caratteristiche, volendo anche divertenti. Se servono, basta chiamarli con il nome del servizio o della merce che vendono.
Hey, shil-pata bothi! E lui si ferma, guardando in alto per vedere da quale terrazzo arriva la richiesta.
La cosa interessante e divertente è che la tonalità della voce e le parole usate nelle cantilene sono sempre uguali per ogni tipo di servizio offerto, anche se le persone variano, ma diverse da servizio a servizio e questo perchè devono essere immediatamente riconoscibili da tutti anche a distanza. I più divertenti sono i fruttivendoli, che ripetono a squarciagola la lista delle verdure in vendita mantenendo sempre lo stesso ordine, senza sbagliare mai, con la speranza che arrivi fino alle orecchie della signora del decimo piano.
I quattro brevi video che vedete sono stati fatti tra venerdi e sabato scorsi. Purtroppo manca il fruttivendolo, quello che raccoglie carta e plastica e tanti altri; alcuni, passando in bicicletta, sono difficili da filmare.
La persona nel primo video è l’arrotino; affila lame e coltelli ma non solo, per arrotondare fa anche un’altra cosa. Dice: shil-pata dhar, bothi dhar. Shil pata e’ la pietra su cui si schiacciano le spezie, questi pezzi di pietra pesantissimi vengono vendute lisci; per aumentarne l’efficienza, vengono praticati con un puntello dei piccoli avvallamenti, fatti appunti da questo signore; la seconda cosa che fa con l’aggeggio che porta in spalla, è l’affilatura del bothi, che non è un coltello vero e proprio ma quella cosa che vedete in foto, che viene usato qui in sostituzione dei coltelli per tagliare veramente qualsiasi cosa, si appoggia per terra e si tiene fermo con un piede.
Nel secondo video si vede passare il signore che vende polli o morog anzi boro morog o polli grandi.
Nel terzo video si sente la signora dire ciae lagben ciae in altre parole ‘cenere, vi serve la cenere?’ Nel sacco che porta in testa c’è tutta la cenere raccolta mentre cucina sul fuoco a legna in un piccolo supporto di argilla su cui appoggia la pentola. Molte donne, soprattutto le signore anziane, non rinunciano alla cenere per far brillare le pentole di alluminio, perfette per cucinare il curry. Inoltre viene usata anche per pulire un tipo di pesce.
Nel quarto e ultimo video il signore sta vendendo hater kaje nakshi kora kapor cioe’ dei tessuti in questo caso molto probabilmente delle lenzuola, ricamati a mano.
Questo tipo di tessuto si chiama appunto Nakshi Kantha, e’ tipico del Bangladesh ed è caratterizzato da ricami floreali o che ritraggono scene di vita casalinga o campestre fatti con filo di diverso colore e a piccoli trattini.
Ci sono anche dei sari fatti così, se in seta possono arrivare a costare anche 400/500 Euro.