Vi avevo lasciato quindici giorni fa con i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario della nascita del Bangladesh indipendente che corrispondono anche al centenario della nascita del suo fautore ovvero Sheikh Mujibur Rahman, padre dell’attuale primo ministro. Vi avevo fin’ora sempre detto anche che la situazione qui in Bangladesh non era mai stata cosi grave come in altri paesi anche a noi vicini come l’India visto il numero giornaliero di contagi anche di questi ultimi mesi che non ha mai preoccupato piu’ di tanto ne’ il governo ne’ tanto meno i cittadini. Si prendeva l’autobus, Uber, Uberbike o qualsivoglia altro mezzo di trasporto e si usciva; si andava dove si voleva, chi al lavoro, chi nei centri commerciali o nei café; i ristoranti erano aperti, tutti i negozi lavoravano ininterrottamente e si prestavano a festeggiare l’arrivo del Nuovo Anno Bengalese, il prossimo 14 aprile, con vendite eccezionali di sari bianchi e rossi indossati come da tradizione per salutare il nuovo anno.
Bene, dimenticatevi tutto questo perche’ da 10 giorni a questa parte la situazione e’ cambiata repentinamente, e in peggio.


Saranno stati i raduni per i festeggiamenti dell’indipendenza, i Giochi Asiatici che si stavano svolgendo in questi giorni, le partite di cricket, le sommosse anti-Modi del partito fondamentalista Hefajot che dal suo arrive in citta’ e per alcuni giorni successivi hanno causato oltre a cinque vittime (ufficiali) anche danni in varie parti di Dhaka e in alcuni distretti fuori Dhaka; saranno stati i bus stracolmi o la variante sud Africana riscontrata nell’80% dei nuovi casi o semplicemento il fatto che ci eravamo dimenticati della pandemia in corso, ebbene nel giro di 15 giorni i contagi sono passati da poco meno di 500 a quasi 8000 giornalieri, una cifra che non era stata mai raggiunta neanche l’anno scorso. E’ vero, piu’ della meta’ dei contagi sono qui a Dhaka ma a differenza della prima ondata questa volta sembra che il contagio si sia diramato anche nei distretti fuori Dhaka.

Fuori Modi, entra il lockdown. Il giorno dopo la sua dipartita, la primo ministro dichiara che a partire dal 5 aprile e per una settimana sara’ imposto il lockdown. La parola lockdown per i bengalesi e’ sinonimo di ferie e di un fuggi-fuggi generale nelle seconde case fuori Dhaka o nel villaggio natio. Alla notizie della chiusura, si sono affrettati tutti a lasciare Dhaka, chi sugli autobus, chi sul treno e chi in traghetto, tra l’altro uno e’ addirittura affondato per sovraffolamento causando la morte di 35 persone. E’ un fenomeno impossibile da evitare perche’ tra queste persone ci sono molte che arrivano a Dhaka per sbrigare faccende urgenti di vario tipo, alloggiano un paio di giorni da un parente – tutti hanno almeno un parente a Dhaka – e poi ripartono; non hanno alcuna sede fissa qui e quindi alla notizie di un’eventuale chiusura, devono rimettersi in viaggio.
Questa seconda ondata, o forse e’ la terza?, ci ha colti ovviamente di sorpresa.

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Nulla e’ stato fatto in questi mesi per aumentare i posti letto in ospedale, il numero di infermieri e dottori, la fornitura di ossigeno, la maggior parte degli ospedali non ha nemmeno il sistema di ossigenazione centralizzato. Nulla e’ stato fatto per aumentare il tracciamento dell’infezione. Chi ha i sintomi, va a farsi il tampone, mettendosi in fila insieme a tutti gli altri e magari dovendo tornare il giorno dopo perche’ i tamponi sono finiti. Chi pero’ e’disposto a pagare l’equivalente di 40/50 Euro puo’ farselo fare a casa chiamando la clinica privata. Non erano passate nemmeno 24 ore dalla dichiarazione, che i piccoli commercianti in un paio di zone di Dhaka sono scesi in strada per protestare e li sono rimasti per circa 3 giorni fino a quando il governo ha ceduto e ha dovuto dichiarare che i negozi potevano rimanere aperti dalle 10 alle 18.00. Se i negozi sono aperti perche’ non anche gli uffici privati, e perche’ non gli autobus che servono a trasportare i lavoratori e perche’ non i piccoli ristoranti sulla strada che li devono sfamare? Insomma il primo tentativo di lockdown e’ andato male. Bisogna riprovarci. Ecco dunque di ieri la dichiarazione di un secondo lockdown: a partire dal 14 aprile e per una settimana vera’ imposto un lockdown ‘serio’, anche se gli esperti insistono per una chiusura di almeno due settimane. Questa volta tutte le attivita’ commerciali, tranne quelle essenziali, tutti i trasporti, tranne le ambulanze, dovranno chiudere. Si ‘incoraggiano’ inoltre le persone a rimanere in casa.

C’e’una teoria interessante che si sta diffondendo soprattutto tra i meno abbienti ovvero che il Covid colpisce solo i ricchi. Il Covid e’ la malattia di quelle persone che stanno tutto il giorno sul divano, sviluppano il diabete, gli si alza la pressione e poi gli viene un infarto, chiusi nelle stanze con l’aria condizionata, che bevono acqua minerale imbottigliata, mangiano biologico e non vedono mai il sole perche’, che Dio ce ne scampi e liberi, diventano scuri.
Vi riporto il riassunto di una conversazione avvenuta davanti a un tea-stall e ascoltata da mio marito di ritorno dal suo jogging mattiniero.
Protagonisti un paio di rickshaw wallah in pausa te’.
Con grande convinzione dicevano che nello slum dove abitano non c’e’ ancora stato un solo caso di Covid, ma che invece il proprietario dello slum si era ammalato ed era poi morto. ‘Se muore qualcuno, vuoi che non me me accorga? Ci conosciamo tutti e anche se non ci conosciamo, le notizie arrivano ugualmente quasi in diretta’. Fa l’altro: ‘E’ perche’ noi stiamo tutto il giorno sotto il sole, che non ci viene il Covid, sudiamo, facciamo fatica, non ci laviamo mai le mani, e mangiamo per strada quello che capita. Che piova, tiri vento o ci siano quaranta gradi, noi pedaliamo e non ci viene manco la febbre. Mai.’


Sinceramente non faccio fatica a credergli. Da quando e’ iniziata la pandemia, mai i giornali hanno riportato di casi all’interno degli slum, forse perche’ sono isolati gia’ di per se’; nessuno entra a meno che non ci abiti e le persone vivono praticamente gia’ segregate dal resto della popolazione cittadina.
Continuano: ‘Tu fai il vaccino? Io non ci penso nemmeno. Ma non hai sentito che nelle fabbriche chi ha fatto il vaccino, si e’ ammalato piu’ di quelli che non lo hanno fatto?’
Vi ricordate quando vi dicevo che le persone, soprattutto tra i poveri e gli analfabeti, erano convinte che Allah le avrebbe salvate se solo pregavano di piu’? A quanto pare ora la storia di Allah-il-Salvatore si e’ trasformata nella storia Sono-solo-i-ricchi-che-si-ammalano. Il fatto che i poveri muoiono in silenzio mentre per i ricchi si pubblicano epitaffi sui giornali, li ha in qualche modo rassicurati che il loro ragionamento nasconde un’inconfutabile base scientifica o che il famoso detto che secondo loro Allah salva i poveri e fa ammalare i ricchi, soprattutto quelli che hanno ammassato ricchezze illecite, ha un fondo di verita’.
Ah dimenticavo, i vaccini sono finiti. Fra quelli portati da Modi-Babbo Natale e i pochi che avevamo nelle riserve, si riuscira’ forse a vaccinare tutti quelli che avevano gia’ ottenuto la prima dose. Tutti ricchi, ovviamente.