Lo scorso 12 settembre è suonata, finalmente, la campanella per circa 4 milioni di studenti in Bangladesh.
Dopo una chiusura di 543 giorni, secondo l’Unesco la più prolungata al mondo, potranno rientrare a scuola in presenza e tutti i giorni della settimana gli studenti che devono sostenere gli esami di stato, quindi gli studenti della classe decima e dodicesima. Per gli altri, si tratterà di andare a scuola solo per un giorno alla settimana mentre gli altri giorni si continuerà con le lezioni online.
Gli edifici scolastici, per direttiva del governo, sono stati ripuliti, imbiancati e le classi sono state divise così da permettere un minimo di distanziamento; nei cortili sono stati installati lavandini per lavarsi le mani e soprattutto obbligo di portare la mascherina sia dentro che fuori la classe per tutti: bidelli, inservienti, studenti e insegnanti.
Con la riapertura delle scuole è aumentato sensibilmente anche il traffico in città, ma non importa. E’ bello rivedere finalmente gli studenti per strada nelle loro inconfondibili uniformi.
A Dhaka, si registra una presenza scolastica pari al 70%, laddove prima raggiungeva il 90/95%.
Ma da fuori Dhaka, arrivano dati abbastanza allarmanti. Quello che gli appartenenti del settore, soprattutto membri delle organizzazioni non governative, avevano previsto si sta purtroppo verificando. Nelle zone rurali la presenza scolastica è scesa al di sotto del 50 per cento. Dove sono andati gli studenti? C’è chi ha deciso o è stato forzato dalla famiglia a lavorare e chi addirittura è stato dato in matrimonio.
Il numero di matrimoni, dove la sposa è minorenne sono purtroppo aumentati drammaticamente in questo ultimo anno. Si parla che addirittura poco meno di 14.000 ragazze minorenni siano state date in sposa nel periodo aprile-ottobre 2020.
Il problema dei matrimoni di minorenni non è purtroppo niente di nuovo in Bangladesh. Fra le cause maggiori, la povertà, la mancanza di sostegni sociali, le calamità naturali che costringono genitori analfabeti e poveri a fare meno dei figli perchè non sono in grado di mantenerli. A questo si aggiunge una società’ molto patriarcale in cui la figura della donna come madre e responsabile della cura dei figli è accettata senza discussioni.
Le organizzazioni per i diritti umani e le varie agenzie governative e non che lavorano sul campo stanno avviando campagne di sensibilizzazione per far ritornare i ragazzi a scuola ma si sa che, senza incentivi e sostegni alle famiglie, chi lascia la scuola purtroppo non ci fa più ritorno.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, a causa delle pandemia e il dirottamento delle risorse in altri settori, il progetto ‘food for school’ in base al quale gli studenti delle zone rurali e periferiche ricevevano il pranzo e biscotti arricchiti di vitamine a scuola, è stato sospeso.
A Dhaka gli studenti che mancano all’appello sono soprattutto quelli delle classi 11 e 12 che hanno deciso di preparsi alla maturità da privatisti con un tutor a casa o continuando a seguire le lezioni online dei vari coaching centers, che in questi ultimi 18 mesi, approfittando della chiusura delle scuole, sono stati bravissimi a passare nel giro di pochi giorni dalle lezioni di sostegno in presenza a quelle online e a tenere esami online, cosa che le scuole classiche non hanno potuto fare a causa della proibizione decisa dal governo per motivi di diseguaglianza tra studenti di città e studenti delle zone rurali che non hanno mai avuto la garanzie di collegamenti internet continuativi e a basso costo o la mancanza di computer o smart phone.
Questo riguarda solamente le scuole dell’obbligo. Per gli studenti universitari ancora non si parla di un ritorno in classe. Per loro il problema riguarderebbe soprattutto la riapertura delle affollatissime case degli studenti, possibili hotspot di contagi e la mancanza ad oggi di un piano di vaccinazione esclusivamente dedicato a loro.
Anche mia figlia piccola, Lilia, e’ ritornata a scuola.
Eccitatissima dalla bella notizia, vi ha voluto regalare questo breve video, ideato e realizzato completamente da lei con un software scaricato gratis da internet.




