“Fresca profonda verde foresta…Non v’è che questa foresta, immensa, sconfinata… Ma ad un tratto tra la taciturna serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare…”.

Con queste parole nella mia testa, lasciate in eredità dalla grande  Matilde Serao, arrivo  alla Basilica paleocristiana di Santa Maria in Foro Claudio. Alle mie spalle c’è il  paese di Ventaroli, piccolo borgo nel ventre del comune di Carinola, poco distante da Caserta. Giorni prima tra le mani mi era capitata una biografia della Serao, donna volitiva e prima donna in Italia a dirigere un giornale negli anni scossi dai venti della prima guerra mondiale e del Fascismo.

Ed è curioso che, mentre rimugino su questo e altro, io mi ritrovi all’interno della Basilica di Santa Maria in Foro Claudio, tra la vegetazione incolta del borgo di Ventaroli, luogo dove  Matilde Serao trascorse la sua infanzia. Mi appare così chiaro, oggi, che il viaggio nella memoria e nella storia non può essere solo e una semplice coincidenza. Con questa riflessione vi lascio alla bellezza nascosta nella “verde foresta” descritta dalla Serao.