Ad Isfahan famosa come la città di mille e una notte, ci sono diverse storie. Una di queste è raccontata dalla pittura su una delle mura del palazzo Chehel Sotun, oppure palazzo delle quaranta colonne. In questa pittura si possono notare le caratteristiche della vita dei Sovrani all’epoca dei Safavidi.

La sala è piena di disegni. Mi fermo davanti a questa pittura bellissima con i colori vivaci e guardo la gestualità delle ballerine,  come se volessero far sentire la musica che veniva fatta in quella sala. La guida mi spiega che questa pittura rappresenta la cerimonia di ricevimento dello shah di Turkistan, Mohammad Nazir.

Shah Abbass primo  nella pittura concorda con le descrizioni fatte da Shardan, nei suoi libri, che descrive la sua semplicità specialmente nel vestirsi; in effetti si nota che lui non porta dei gioielli. Davanti a lui c’è lo Shah di Turkistan che ha la mano dentro la manica, in segno di sottomissione; ciò indica il potere del governo persiano all’epoca nella zona. Ci sono gli strumenti musicali tipici iraniani. Le danzatrici sono notevoli per i loro abiti, una parte hanno quelli stranieri e un’altra parte quei persiani.

Safavidi erano Shiiti estremisti. Avevano vietato il vino per il popolo ma in questa pittura cè del vino ciò indica l’uso del potere all’epoca. La donna accanto alla porta, dietro lo Shah Abbass, è la donna che versa il vino.

L’altro elemento importante presente nella pittura è il falcone molto amato dallo Shah, proprio  dietro ai portatori. Lo Shah  amava l’animale e quando muore fa costruire un “memorial” monumento a Natanz, dove aveva sentito la notizia della sua scomparsa.

La pittura e la situazione che rappresenta, per alcuni versi, assomiglia alla situazione attuale dell’Iran. Ci sono dei governanti che fanno quello che gli fa più comodo e nel frattempo danno le prescrizioni per ogni momento della vita personaledel popolo, quelle che loro stessi non seguono.