Polvere dappertutto, un caldo vento molto forte, il sole raggiante: sono le tre condizioni in cui ho messo piede in questa città antica che risale a 5000 anni fa! Ci sono tante storie scoperte come il primo occhio artificiale, la prima operazione al cervello, il vaso con il disegno animato, vari tipi di tombe e molte altre storie ancora da scoprire!

Questa città si è formata ai piedi del fiume Hirmand, ormai secco, questo ho sentito camminando sul percorso che un giorno era il letto di questo fiume. La terra per la maggior parte era coperta con pezzettini di ceramica. Siamo stati davvero fortunati poiché nello stesso giorno abbiamo potuto visitare tre scavi in corso nella “città bruciata”: in due abbiamo incontrato degli archeologi italiani dell’Università di Palermo. Frutto di una collaborazione in forma di progetto della “città bruciata”, fra Iran e Italia.

La struttura della città, la sua importanza dal punto di vista sociale e commerciale ha permesso che questa città sia diventata patrimonio dell’UNESCO. 

Si trova nei dintorni di Zabol, nella regione Sistan e Beluchestan sempre al sud-est dell’Iran. 

La chiamano “la città bruciata” a causa dell’incendio che coinvolse tutta la città. Erroneamente si credeva sia questo il motivo per cui divenne disabitata, ma è stato provato che anche dopo l’incendio, per un altro periodo, sia stata ancora abitata.

A prima vista sembra una pianura piena di polvere con qualche collina, ma nel suo cuore porta la storia delle persone che per tantissime cose sono state riconosciute i primi abitanti della “città bruciata”