Verrebbe da pensare come mai in un paese in cui il sole scarseggia per almeno sei mesi l’anno e in cui il clima non è certamente temperato viva uno dei popoli più felici al mondo. Ho pensato quindi di andare a verificare io stessa questo fenomeno, dovendo sciegliere un luogo in cui trascorrere una settimana di ferie primaverili.
Io e il mio ragazzo siamo partiti in una splendida giornata di fine maggio alle 7 del mattino con destinazione Copenaghen. Atterati in terra straniera ci siamo subito resi conto di una grande differenza con gli aeroporti, ma in generale con tutti gli ambienti affollati,
italiani: regnava il silenzio. Ognuno se ne stava seduto davanti al proprio caffè/PC/smartphone in silenzio, al massimo parlava con tono pacato con il proprio vicino. Dopo una breve sosta in caffetteria ci siamo diretti verso la metro. Lo so che per chi viaggia spesso sto per scrivere un’ovvietà ma il mezzo è arrivato con una puntualità imbarazzante. Il monitor che campeggia sopra la banchina segna addirittura i mezzi minuti. Inevitabile fare un triste paragone con i nostri mezzi pubblici. Dopo aver lasciato le valigie in albergo ci siamo avventurati alla scoperta della città.
Abbiamo preso la metro e siamo scesi alla fermata Kongens Nytrov. La piazza principale è il punto di partenza per due delle attrattive principali della città: la via Stroget e il canale Nyhavn.
La prima è considerata la via pedonale più lunga d’Europa ed è ricca dei classici negozi di catena che popolano le nostre città e di souvenir. Anche qui abbiamo notato una grande differenza con le nostre abitudini: i negozi chiudono alle 18:00-18:30, anche in questo periodo in cui il sole tramonta dopo le
21:00. Questo permette agli impiegati degli esercizi commerciali di avere più tempo libero per dedicarsi ai propri hobby e alle relazioni sociali (famiglia e amici).
Il canale Nyhan invece collega la piazza al porto e su di esso si affacciano i caratteristici edifici dalle facciate colorati. Al loro interno si trovano bar e locali nei quali si può mangiare e bere qualcosa di tipico.
Il secondo giorno decidiamo di trascorrere la mattinata in spiaggia, approfittando del fatto che è situata a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Amager Strandpark è una laguna artificiale di fine sabbia bianca , in quasta stagione quasi deserta. Solo verso l’orario di pranzo la spiaggia si popola di persone che approfittano del bel tempo per fare una pausa pranzo al mare.
Nel pomeriggio, in sella alla bicicletta decidiamo di andare a visitare Christiania, un’ex base militare occupata da un gruppo di hippies nel 1971 che ottenne l’indipendenza politica qualche anno dopo. Dopo pochi kilometri di curatissime piste ciclabili che costeggiano campi sportivi e prati suggestivi arriviamo ad un ponticello sul canale che ci introduce al territorio indipendente. Il villaggio è popolato da caratteristiche casette costruite rigorosamente “a mano” dai proprietari e da ragazzi con banchetti improvvisati che vendono hascisc, la cui vendita è legale in questo territorio. L’atmosfera che si
respira è decisamente hippy (insieme all’odore di marijuana!!!). Non è consentito fare foto.
Il terzo giorno ne approfittiamo per dedicare la mattinata al verde cittadino. Visitiamo infatti il parco botanico Botanisk Have e il Rosenborg have.
Il primo è caratterizzato da zone distinte in ognuna delle quali sono presenti piante e fiori di diverse aree geografiche (piante alpine, la casa delle palme,ecc.).
IL secondo è la sede dell’antico castello reale circondato da vasche e giardini recintati da siepi curatissime e fiori profumati. Scopriamo che questo è il rifugio preferito degli abitanti della città durante la bella stagione.
Nel pomeriggio raggiungiamo, rigorosamente a piedi, il parco divertimenti di Tivoli. A differenza dei parchi divertimento italiani, la struttura si trova proprio al centro della città ed è talmente curato che anche le diverse attrazioni sono esteticamente coerenti con il resto del paesaggio. Dopo una lunga passeggiata tra vialetti alberati e laghetti artificiali decidiamo di tornare in hotel per recuperare le forze per il giorno successivo, l’ultimo giorno della nostra vacanza. Il mattino seguente ci svegliamo di buon’ora per preparare i bagagli e lasciare la stanza. Ci dirigiamo quindi, dopo un’abbondante colazione internazionale, a Nyhavn. Da qui prenderemo il battello che ci condurrà attraverso i canali della città per ammirare i siti più importanti.
Facciamo tappa a Reffen, ex zona industriale in cui oggi ha sede lo Street food marcket, a The little mermaid, dove su uno scoglio riposa la statua della famosa Sirenetta, e osserviamo dai canali alcuni monumenti importanti come il palazzo reale, il Black diamond, sede della biblioteca comunale, l’ex palazzo della marina, ecc.
Il sole picchia forte e, una volta tornati al punto di partenza, cerchiamo refrigerio con una birra fresca e un po’ d’ombra in uno dei caratteristici locali che sorgono sulla riva del canale.
Stanchi, e ancora non completamente ripresi dal rischio di insolazione, decidiamo di tornare al Rosenborg Have, per unirci alle centinaia di persone che hanno deciso di trascorrere il loro sabato tra pic-nic e riposini sull’erba.
Diamo così il nostro saluto a Copenaghen, città che porteremo sempre nel cuore per le biciclette, le oasi verdi all’interno della città ma soprattutto per la palese tendenza al non giudizio.
Abbiamo notato infatti che, a differenza della nostra cultura, quella danese è basata sul rispetto reciproco e sul sostegno a chi ne ha bisogno. Evidente è stata infatti la presenza di tante donne con bimbi piccoli e carrozzine, segno di una politica a sostegno della maternità, tanti servizi per disabili e persone che vanno in giro scalzi o con caratteristiche non proprio comuni.
Tutti possono esprimere la propria personalità in modo spontaneo, senza attirare critiche da parte delle altre persone.
Che sia questo il motivo della loro felicità?
Martina Mercuri