Lo scorso 1 luglio nel giardino dell’ambasciata italiana si è commemorato, come di consueto, il quarto anniversario della strage jidaista al ristorante Holey Artisan in cui morirono i nostri nove connazionali e che si trova a circa 200 metri dalla nostra sede diplomatica, alla fine di una piccola strada che da sul lago di Gulshan.

Oltre al doveroso ricordo dei nostri nove connazionali, alcuni dei quali conoscevo di persona, questa volta vi volevo raccontare la storia di un giovane ragazzo la cui sorte e’ purtroppo legata a quella tragica notte ma di cui in Italia non si è parlato, offuscata forse da un lutto che ha offuscato tutto il resto.
E’ la storia di Faraaz Hossain è un giovane di 20 anni della Dhaka bene. E’ nipote di Latifur Rahman, il fondatore di uno dei più grandi gruppi industriali del Bangladesh.

Studia alla Emory University in America ed e’ rientrato a Dhaka il 18 maggio per trascorrere le vacanze estive.

Quella sera va all’Holey Artisan per cenare con un paio di sue amiche, Abinta, anche lei studentessa alla Emory University e Tarishi, una ragazza di nazionalità Indiana.

Sono amici, si conoscono da anni avendo frequentato la stessa scuola a Dhaka e ora il legame diventa ancora piu forte per la condivisione dello stesso percorso universitario.

Quella sera sono seduti a un tavolo appena dentro l’ingresso, vicino a quello dove sono seduti i nove italiani.

Ma sono gli stranieri il vero obiettivo dei terroristi. Sono loro ad essere colpiti per primi. Vengono divisi, da una parte gli stranieri dall’altra i bengalesi. Nel dubbio fanno loro recitare alcuni versi del Corano.

Anche a Faraaz viene chiesto di recitare i versi del Corano e lo fa. Gli viene detto che può allontanarsi ma lui non si muove. O lasciano andare anche le sue due amiche, oppure lui da li’ non si muove. Nonostante aver avuto la certezza di salvarsi, decide di rimanere accanto alle ragazze implorando i terroristi di lasciarle andare insieme a lui. Rispondono con una scarica di mitraglia.

Faraaz Hossain è un giovane che adesso tutti ricordano in Bangladesh per il suo coraggio.

A nome suo la famiglia ha istituito la Faraaz Hossain Foundation che non solo premia giovani che si distinguono per opere umanitarie e di volontariato ma ha fornito in questo periodo, in cooperazione con la JAAGO Foundation, aiuti alle famiglie colpite in modo particolare da COVID-19 compresi 20.000 profughi Rohingya.

E’ una Fondazione voluta dalla famiglia ma in particolare dal nonno a cui Faraaz era molto legato. Presenziava ad ogni premiazione e non si stancava mai dire quanto tutta la famiglia Rahman fosse orgogliosa di averlo avuto come figlio, fratello, nipote.

La tragedia lo colpisce cosi duramente che per lui la vita non sarà più come prima. Iniziano i problemi di salute che si aggravano con la sofferenza per la perdita subita e il ricordo di Faraaz che rimane sempre presente dentro di lui.

 

Il 1 luglio 2020 Latifur Rahman, nonno di Faraaz, muore nel sonno nella sua casa.

Il fatto che la morte avvenga proprio nel giorno del quarto anniversario della strage è tanto significativa quanto triste. Un destino che li ha accumunati e che adesso li terrà sempre uniti.

 

Anche la famiglia di Abinta istituisce in memoria della figlia la Abinta Kabir Foundation con l’obiettivo di aiutare i bambini poveri dando loro la possibilità di andare a scuola. Viene fondata cosi la Abinta Kabir Foundation School. Il primo anno contava solamente 36 bambini ora ce ne sono 90.

La scuola ha una biblioteca con 3000 volumi e un laboratorio di informatica. Gli studenti pagano una retta minima che viene depositata a loro nome e restituita al termine del ciclo scolastico. Abinta amava l’arte e amava disegnare. Oltre alla scuola, la Fondazione organizza mostre di disegni fatti dai bambini degli slum attraverso il programma Little Arts e amministra una sala espositiva permanente di quadri.

Il ricordo di questi due ragazzi Faraaz e Abinta e il loro desiderio, una volta terminato l’università in America, di tornare in Bangladesh e dedicarsi al volontariato oltre ovviamente alle loro carriere professionali dovrebbe rimanere sempre presente come lo è quello per Nadia, Simona, Adele, Maria, Claudia, Cristian, Marco, Vincenzo e Claudio.

 

Il video è tratto dalla pagina della Faraaz Hossain Foundation e racconta la storia di Faraaz, i suoi successi scolastici e la scelta di frequentare l’università in America. Ci sono le testimonianze tra le altre della madre, del fratello e del nonno. Viene ricordata la strage e i numerosi riconoscimenti anche internazionali per il suo ultimo gesto di estremo coraggio.