Al giorno d’oggi non ci vuole tanto per fare la doccia, ma sempre è stato così? In Iran c’era l’usanza dei bagni pubblici presenti in ogni città. Vediamo come e dove la gente si lavava in Iran prima di avere le docce a casa!
Forse meno persone sanno che gli Iraniani avevano un bagno pubblico nelle loro città più di 3.000 anni fa. Lavarsi era importante per fare le preghiere, consigliato da diverse religioni presenti in Iran nel percorso del tempo e per questo i bagni pubblici venivano costruiti di solito accanto alle moschee. La gente in ogni città e villaggio andava in bagno una volta a settimana a pulirsi.
Le caratteristiche in comune dei bagni sono: le vasche , Garmkhane (la sala del bagno caldo), Sarbineh(la sala di medicazione), gli stagni con le fontane, il sistema di riscaldamento dell’aria all’interno del bagno, i serbatoi d’ acqua calda, i corridoi stretti e lunghi, l’ ingresso centrale, le proporzioni di ingressi e uscite, i bagni bombati e l’utilizzo dell’acqua sotterranea per mantenere il calore.
Nelle città piccole o nei villaggi dove c’era solo un bagno pubblico, organizzavano dei turni: gli uomini li usavano la mattina presto o prima dell’alba oppure di sera dopo il tramonto; le donne ci andavano durante la giornata. Nei bagni c’erano i “Dallak” che lavavano e offrivano il massaggio ai clienti, in particolari alle persone benestanti. C’era anche chi si metteva all’entrata dei bagni e teneva gli oggetti di valore dei clienti. Era un vero lavoro.
Queste strutture avevano dato casa anche ad altri lavori come parucchieri e dentisti. Inoltre c’erano degli specialisti che facevano il salasso secondo la tradizione.
Andare ai bagni pubblici, per le donne specialmente, rappresentava un evento importante. Ci si arrivava la mattina con le cose da mangiare (frutta e dolci per il pranzo)- e ci si passava tutto la giornata a chiaccherare insieme. Si dice che alcune mamme lì, trovassero le mogli per i loro figli. Alcuni anche dicono che si raccontavano delle storielle famose di Shahnameh e Qorano come “passa-tempo”
Quando sono stata a Kashan, ho visitato l’ Hammam di Soltan Amir Ahmad.
Questo bagno era costruito sotto il dominio dei Safavidi e poi rimaneggiato totalmente durante il governo di Qajar. Come ho citato prima, entrando c’è un corridoio che conduce verso lo spogliatoio, una sala ottangolare, divisa in 8 parti. In mezzo c’è una vasca e intorno ci sono dei buchi dove venivano lasciati i vestiti. Dopo c’è un altro corridoio tramite il quale si arriva a GarmKhaneh e un altro corridoio che fa arrivare a Sardine. E alla fine si trova il Khazineh (la camera da bagno finale). L’interno dello stabilimento è decorato con piastrelle turchese e oro; ci sono intonaci, mattoni e quadri artistici.
Il tetto è composto da molteplici cupole contenenti lenti convesse per fornire un’ illuminazione sufficiente al bagno nascondendosi dall’esterno. Un recente restauro ha portato alla luce il “sarough” originale, un tipo di gesso realizzato aggiungendo alla calce del latte, il bianco d’uovo e la farina di soia, che pare fosse più resistente del cemento.
L’acqua ci arrivava dalla sorgente di Fin. Per alcuni grazie a questa sorgente è nata la città di Kashan, ed è molto forte. Ci sono dei corridoi sotto il pavimento che distribuivano il riscaldamento in tutte le sale del bagno.
Tutto questo mi ha fatto pensare a quanto fosse piacevole e cerimoniale fare la doccia nel passato, quando la gente usufruiva di ogni occasione per stare insieme.