Siamo in lockdown dal 1 luglio, lockdown severo, badate bene, perchè il numero dei contagi e quello delle vittime sta drammaticamente salendo. Anche qui colpa della variante Delta. Siamo forse l’unico paese che al termine lockdown fa precedere sempre un aggettivo: severo, meno severo, serio, leggero, serrato, un po’ meno serrato. Eravamo in lockdown severo ma poi è arrivato Qurbani Eid, quello del sacrificio delle mucche per strada o nei garage di residenze private, e così la primo ministro ha deciso di fare a meno del lockdown per permettere alla gente di andare nei mercati a comperarsi la mucca o la capra, perchè altrimenti che Eid sarebbe?
Nonostante i numerosi siti di vendita di mucche on-line, la maggior parte degli affari avviene ancora negli enormi mercati all’aperto nei dintorni di Dhaka. Come credo avervi detto più volte, il Bengalese è superstizioso e diffidente specialmente quando ci sono di mezzo riti religiosi da rispettare nei minimi dettagli. Prima di sborsare anche un centesimo deve guardare la mucca da vicino, occhi negli occhi, toccarla con mano, accarezzarla, palparla, annusarla, guardarla davanti, dietro, di sopra e di sotto; controllare che abbia tutti i denti, altrimenti scatta lo sconto, o almeno due nel caso si voglia mettere in padella un vitello.
E così i mercati all’aperto si sono riempiti, la compravendita è andata avanti come se la pandemia non esistesse e gli ospedali fossero vuoti.
Per ogni persona che va ad acquistare una mucca, ce ne sono almeno altre cinque o sei coinvolte. Primo, chi va al mercato delle mucche, non ci va mai da solo, si fa accompagnare almeno da altri due o tre, una persona che magari se ne intende di mucche più di lui o che è piu bravo a barattare il prezzo e il figlio che non è riuscito a convincere a rimanere a casa ma che tanto vale cominci ad imparare presto come si guarda una mucca; poi, ad acquisto fatto, bisogna contrattare una persona che te la porti a casa oppure affittare un camioncino con le sbarre (come quelli che vedete nelle foto) che segui seduto comodamente nella tua macchina.
Come poteva la primo ministro malvagiamente vietare tutto questo al nostro Bengalese? Al diavolo il lockdown, apriamo tutto: negozi, ristoranti, uffici, banche, per quattro giorni così da permettere a tutti di fare acquisti, mucche e capre comprese, e raggiungere i paesi natii in comodità su autobus, traghetti, aerei e treni. Che lo vietasse o non, per esperienza passata (vedi l’anno scorso) si sarebbero spostati tutti comunque. In questi 4 giorni precedenti Eid sono usciti da Dhaka oltre 9 milioni di persone.
Anch’io sono uscita con la mia macchina, prima avrei rischiato una bella multa, non per comprare una mucca ma per fare le foto per Matilde e per farvi vedere un pò cosa vuol dire vivere a Dhaka nei giorni precedenti Qurbani Eid. Sono giorni in cui gruppi di caprette e montoni ti attraversano la strada, bravissimi e composti dietro al loro padrone, camion scoperti carichi di mucche ti sorpassano per andare a scaricarle nel più vicino mercato, guardi fuori dal finestrino e ti ritrovi faccia a faccia con un bel bufalo, ma fai finta di niente e acceleri prima che si innervosisca.
Capre ai bordi della strada, sotto i passaggi pedonali sopraelevati, agli angoli delle strade.
Non è il caso di spostarsi a piedi, per ragioni che forse vi potete immaginare, meglio la macchina o il rickshaw, che viaggia ad una velocità adatta a chi come me è in cerca di foto ricordo. Se non hai il garage, la mucca la posteggi sul marciapiede, fuori del portone; tra capre, mucche, chi ti vende l’erba, il mangime, la stuoia per farla sdraiare una volta sacrificata, la fetta di tronco da usare come tagliere, i coltelli affilati, e l’immancabile Savlon, il disinfettante per ripulire il tutto dal forte profumo di limone, per strada c’è un via vai vivace, rumoroso e puzzolente. E’ festa, al diavolo il Covid!
C’è chi passa in moto con un carico di foglie perchè a casa ha già una mucca che lo aspetta o chi, ragazzini di strada che qui hanno anche un nome, tokai, che invece preferiscono “prenderle” direttamente dall’albero di ignari sconosciuti e poi rivenderle a bordo strada. Nessuno li sgrida a dovere, magari li mandano via fra il divertito e il minaccioso ma li lasciano fare, tanto se non è il tuo albero sarà quello del vicino, ognuno cerca di racimolare cosi come può qualche soldo.
Una volta a casa, parcheggi la macchina fuori e fai accomodare la mucca nel tuo posto macchina, affiancata magari già da quella del vicino.
D’ora in poi la mucca passa a turno sotto sorveglianza del padrone e del portiere che ben accetta perchè sa che qualcosa arriverà in cambio; i vicini arrivano a curiosare, i parenti a complimentarsi, almeno all’apparenza, per l’acquisto. Le domande di rito sono kothae e koto ovvero dove (cioè in quale mercato l’hai comprata) e quanto ti è costata, a seguire i soliti commenti a corollario: “Ma io una mucca uguale precisa alla tua l’ho comprata in quel mercato per un terzo di meno,- oppure- mio cugino, una il doppio della tua per lo stesso prezzo’’ e tu già pensi che il prossimo anno la farai allevare come e quanto vuoi dal tuo amico contadino al tuo villaggio natio e te la farai portare a Dhaka, costi quel che costi.
Arriva la vigilia, i marciapiedi sono pieni, chi approfitta delle ultime ore per fare affari d’oro. Si dice che allo scoccare della mezzanotte si possono comprare mucche anche con il 50% di sconto. Ma questo è solo per chi ama il rischio, il rischio di passare un Eid senza mucca e l’ira dei parenti che gli avevano detto di non confidare troppo nella buona sorte.
I bambini di casa vengono accompagnati giù a dare un’ultima carezza alla mucca, anche questo è un rito a cui non si rinuncia convincendoli che domani a quest’ora sarà già in congelatore per volere di Allah. Tra un belato e un muggito, la notte passa. Le donne preparano il pesto di spezie per il giorno dopo quando verso le undici/mezzogiorno cominceranno ad arrivare da sotto i primi secchi con la carne.
Arriva la mattina del sacrificio. Gli uomini di casa, di ritorno dalla moschea, danno ordine al carnefice, una persona religiosa, a volte semplice studenti delle scuole coraniche che vogliono racimolare qualche soldo, di dare il via al sacrificio. Con la solita cantilena delle preghiere, elenca qualcosa in arabo e poi tutti i nomi delle persone nel nome delle quali si svolge il sacrificio, di solito i defunti. Ad ogni nome corrisponde una parte. Per esempio se la mucca viene sacrificata in nome di sette persone, la sua carne verrà divisa in sette parti uguali, ad ognuno un po’ di filetto, un po’ di trippe, lo stesso numero di costicine e così via. Per i pezzi unici, si decide al momento fra i vari padroni
Le vengono legate le gambe e con uno sgambetto la fanno cadere a terra. Un ultimo muggito straziante e poi un taglio netto alla gola perchè deve morire dissanguata altrimenti non vale, non è halal.
Segue il paziente dismembramento e il taglio a cubetti di chili e chili di carne. La pelle verrà data ai mediatori che passeranno subito dopo a raccoglierla per venderla poi a chi la lavorerà. Il prezzo viene fissato dal governo un paio di giorni prima.
Attorno alla mucca, siedono i padroni a controllare che non spariscano pezzi.
Alle domestiche di casa il compito di ripulire le budella, che molto spesso è il loro bottino da portare a casa. Subito dopo comincia il pellegrinaggio dei poveri che vengono con un sacchetto a chiedere dei pezzi di carne in regalo. Un pezzo buono e due di scarto, qualche ossa che poi vanno a rivendere nei mercati appositi i quali poi li rivendono ai ristoranti.
Ecco, verso le due è già tutto pronto per il pranzo. In pentola la mucca che solo qualche ora fa brucava ignara e felice, mentre fuori arrivano già gli spazzini del comune a raccogliere stuoia o qualche budella lasciata là. I due sindaci di Dhaka, quello di Dhaka Nord e quello di Dhaka Sud, promettono sempre ogni anno di ripulire la città entro 24 ore, ma i miracoli avvengono solo nei quartieri dei benestanti.
Situazione vaccini:
7.189.334 persone hanno ricevuto 1 dose di vaccino, 4.301.405 2 dosi
Il governo ha acquistato 30 milioni di dosi di AZ, ne sono arrivati 7 milioni
30 milioni di dosi di Sinopharm, ne sono arrivati 4 milioni
5 milioni di dosi di Sputnik V, ricevuti 0
70 milioni di dosi di Johnson & Johnson, ricevuti 0
La gente si registra sul sito apposito, ma non riceve l’SMS di conferma
Per gli stranieri, la registrazione sul sito non funziona ancora (doveva in teoria essere operativo dal 17 marzo scorso).














