
“Ci sono giorni in cui le onde dell’Adriatico incanutito per la nostalgia irrompono dentro Venezia gridando: “sei mia”. E La Serenissima sembra proprio vivere i giorni descritti dallo scrittore polacco M. Kozlowski, con la marea che ferisce la laguna. Venezia come un’Atlantide, sommersa.
“Acqua Alta”, dunque, come il nome della libreria galleggiante, poco distante da Piazza San Marco. Le vasche da bagno, le canoe, le imbarcazioni dismesse, persino una gondola, al posto degli scaffali e che erano state trasformate in contenitori dei libri sono state travolte dalla piena. L’acqua non ha risparmiato i fumetti, i saggi, i romanzi, le riviste, i classici, centinaia di libri e ha portato la rivoluzione impetuosa dei flutti in quel microcosmo di carta, simbolo della storia di questa città, oggi spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza e che i proprietari della libreria intendono difendere. Scrivono su Facebook: “Eccoci qui. Di nuovo in ammollo, ma ancora operativi per una Venezia che resiste con tenacia e solidarietà. Sappiamo che tornerà a splendere”.
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E l’intreccio tra terra e acqua continua nella Riviera del Brenta, considerata un prolungamento del Canal Grande. Si diceva che “la Brenta era quasi un borgo di Venezia”. Un fiume di ville. Le dimore di campagna dei nobili veneziani. Qui si ospitavano teste coronate, si formavano cenacoli letterari, si consumavano passioni proibite e gli aristocratici del tempo ingaggiavano architetti e grandi pittori che, con la loro arte, le rendevano immortali. Queste ville raccontano storie e segreti.

Come Villa Franceschi a Mira. L’antica residenza dei gioiellieri del Doge oggi è di proprietà della famiglia Dal Corso, che l’ha riportata all’originaria bellezza palladiana, nascosta e protetta, nei secoli, da una natura indomita e minacciosa. Lo spirito inquieto della Villa ha ritrovato la sua pace silente, attraverso la cura e la passione della signora Valeria, di suo marito Remigio e dei suoi figli. Una storia intensa, di rinascita e di famiglia.



