
E’ così che succede? O, almeno, così si dice… che ti svegli una mattina e stravolgi tutta la tua vita!
O vorresti stravolgerla, ma non ne hai il coraggio…
E’ questo che si legge in un libro o si vede in un film?
Si racconta di un incontro avvenuto per caso, di un treno mai preso su cui dovevi salire, di una strada chiusa e di un cambio di rotta, di un evento straordinario che modificherà la propria vita per sempre…
E nella vita reale?
Era metà luglio, un’altra estate torrida a Roma.
Gli esperti raccontavano che sarebbe stata ancora più calda degli anni precedenti, ma a lei pareva dicessero sempre così.
Comunque restava ogni volta affascinata dalla perfezione della natura, che si rinnovava puntuale, nonostante gli ostacoli frapposti nel suo moto costante dal genere umano.
Il sole caldo che brillava e cuoceva la pelle, le lunghe giornate luminose che lasciavano spazio ai romantici tramonti estivi, l’odore che la sera saliva dalla terra e quel Ponentino che tutti aspettavano si alzasse per portare via con sé le fatiche della giornata e accarezzasse la città eterna durante la notte.
Lei era sulla sua terrazza, di fronte ad un campo arato, disseminato di balle di fieno, sola, nella sua nuova casa.
Vedeva quella vasta distesa collinare, sulla cui morbida cima c’era “ la casa del contadino “, come si erano divertite a ribattezzarla le figlie.
In mezzo a quel buio, ogni sera c’era solo quella lucina che brillava, che le prime notti la faceva sentire meno sola, quel piccolo faro luminoso era stato per lei un po’ come la stella polare.
Lavì e le ragazze amavano pensare che esattamente dall’altro lato di quel campo coltivato ci abitasse qualcuno e si divertivano ad immaginare chi fosse, il suo nome, la sua famiglia, i suoi animali. Certamente doveva avere un cane, un grande pastore maremmano, ovviamente le pecore, qualche gatto, una volpe..
Di giorno lo immaginavano a lavoro nei campi, la sera nella sua abitazione, come fosse il suo rifugio.
La bambina più piccola le poneva tante domande su quel nonno che abitava in quella “ casa con la lucina “, per questo avevano iniziato ad inventare tanti racconti. Quelle storie erano oramai le sue favole della buonanotte.
Infine c’erano tutti i nuovi suoni, rumori e odori della sera, che le pervadevano i sensi e la facevano pensare…
E, nonostante non ci fosse stato alcun nesso, tutto la riportava a lui.
Quindi, non le restava che difendersi come sempre nello stesso modo,ossia, a modo suo.
Indossava la lustra armatura, pronta a combattere di nuovo contro un fantasma che le stava ossessionando l’esistenza. Ripeteva i suoi fedeli e rassicuranti rituali, utilizzando le stesse armi. Un foglio di carta e la matita.
Ed ecco il suo sogno…
“ IL SOGNO “
Il disegno è un acquerello su carta da spolvero, poco rifinito, dai tratti un po’ grossolani.
Si presenta molto colorato, con tonalità poco legate tra loro, quasi scelte casualmente.
Al centro dell’immagine spicca la figura di una donna in abito celeste, un richiamo al cielo, all’aria e all’acqua. E’ una figura eterea, di profilo, con gli occhi chiusi, esile e sottile, che evoca una dama. Pare avanzare fluttuante, sospesa nel sonno. Appare con il corpo proteso in avanti verso il sogno, ma con le spalle indietro.
In alto a destra, incappucciato e colorato di viola e rosa ecco spuntare, appunto, il sogno.
Questo sembra pronto ad avvolgerla, iniziando ad inglobarne una parte. Ha un aspetto inquietante, ma non spaventoso. La parte terminale del suo corpo sembra poggiare su un piedistallo, il cui lato sinistro è un grande occhio verde, che vuole rappresentare l’aderenza alla realtà e rimanda al “risveglio”.
La donna è circondata da linee curve tracciate in inchiostro nero, volutamente irregolari e riempite da diversi colori.
Sopra di lei, nella tinta porpora c’è una figura astratta comodamente distesa, di profilo, con il volto esattamente sopra la testa della fanciulla. Si scorge un braccio abbandonato che pende dal sottile corpo, le gambe che scivolano in basso e i piedi che si ingrandiscono volutamente in due sfere rosso/arancio, rimandano al peso del corpo e della vita, quindi si appoggiano sulle ciglia dell’ occhio vigile.
Lo sfondo giallo chiaro e luminoso, appena fuso con leggere note di verde rende l’immagine “tranquilla” nella sua apparente irrequietezza.
In questo dipinto emerge lo stato d’animo di chi lo ha disegnato.
L’ antitesi tra il desiderio di sognare, seppur ad occhi aperti, il volersi abbandonare al sogno e la consapevolezza del risveglio, quindi della realtà.




