Si sente dire sempre più spesso che, al giorno d’oggi, la famiglia ha perso il suo ruolo centrale di aggregazione, di difesa e trasmissione di determinati valori, di ambiente “protetto” in cui crescere.
In effetti, il tempo trascorso con i propri figli è inferiore rispetto a quanto accadeva 2 o 3 generazioni fa, senza dire che, anche quando si è fisicamente sotto lo stesso tetto, spesso ciascuno è impegnato in proprie attività con i vari mezzi di comunicazione disponibili, per cui finiamo con il parlarci sempre meno, con il condividere molto poco il vissuto delle nostre giornate.
Personalmente ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia normale (oltre che sana); ho sempre avuto un buon dialogo con i miei genitori e con mia sorella; ho avuto la possibilità di crescere in modo sereno, non mi è mai mancato nulla, non mi è stato mai fatto mancare nulla a voler essere più precisi.
Inoltre, la maggior parte delle decisioni importanti sono sempre state ampiamente condivise; soprattutto una volta che anche noi ragazzi eravamo diventati adulti siamo stati coinvolti nelle scelte, anche alcune particolarmente dolorose.
E’ stato particolarmente importante avere avuto dei genitori così lungimiranti e che, a ben vedere, anche in questo modo hanno dimostrato il proprio amore nei confronti di noi figli, avendo la chiara consapevolezza che determinate decisioni avrebbero avuto un impatto negli anni futuri e quindi, in un modo o nell’altro, avrebbero indirizzato o addirittura segnato il nostro futuro.
In effetti, a livello familiare, abbiamo attraversato una situazione critica che ha profondamente modificato anche la qualità della nostra vita.
Ora, a parte il fatto che quell’esperienza sarebbe in qualche modo tornata utile nella gestione di altre situazioni simili che, ad esempio, in prima persona avrei vissuto in futuro, ciò che desidero sottolineare è che mai come in quell’occasione ho potuto sentire la forza della famiglia, godere dei benefici dello stare insieme, affrontando in modo unito e convinto una stato di cose che faceva soffrire tutti: eravamo tutti consapevoli che potevamo uscire da quel disagio solo rimanendo uniti, anche nella scelta che avrebbe necessariamente comportato un prezzo da pagare.
Non ci abbiamo messo neanche un minuto a scegliere una certa strada fatta di fatica e rinunce perchè l’obiettivo comune che avevamo era salvaguardare un bene per noi ancora più prezioso, che era il nostro stare insieme, il continuare a sentirci parte integrante di un gruppo unito da quello che è il sentimento più potente al mondo.
Da quell’esperienza non uscimmo affatto più poveri, anzi… Devo anche dire che, a distanza di tanti anni, i miei genitori erano assolutamente orgogliosi di aver potuto constatare che, all’interno della famiglia, parlavamo tutti allo stesso modo, senza egoismi e prese di posizione personali; probabilmente era un segnale (l’ennesimo) che avevano assolto davvero bene al loro compito di padre e madre.