Sono sola a casa. Nella mia testa i soliti pensieri disordinati e con troppo sentimento. Decido di lasciarli andare perchè la testa è diventata pesante. E ogni idea, all’improvviso, si mette in fila attraverso la musica di Lindsey Stirling, la stella californiana del web.

 

 

E’ proprio you tube a farmi scoprire il talento di questa violinista “hi pop” che unisce agli arpeggi e ai virtuosismi del suo strumento, i movimenti e la gestualità della danza. E sulle note di “First Light” si poggiano, comode, le mie idee indisciplinate. Il brano fa parte di “Brave Enough”, terzo album della giovane musicista.

 

Nel trailer la Stirling si muove a passi di danza inseguendo una piccola palla di luce, una “prima luce” che diventerà un fascio così intenso da trasformarsi in un’alba dai colore accesi, giallo e poi rosso ocra come la speranza. Una strana energia formicola sotto ogni centimetro della mia pelle e i miei pensieri si sciolgono in lacrime. L’ho già detto: non credo alle coincidenze, anzi questi strani fatti, per me, sono le  voci e le proiezioni del destino che unisce oppure allontana. Vale, allora, la pena scoprire perché la giovane musicista-ballerina californiana abbia toccato, così bene, le corde della mia emotività.

 

 

E mi tolgo qualche curiosità: Lindsey Stirling impara a suonare il violino all’età di 5 anni e racconta che un frigorifero con la pittura giusta della fantasia può diventare una navicella spaziale in partenza per Marte. Imparo che esiste una laurea in terapia creativa che Lindsey mette al servizio di adolescenti difficili e soprattutto, scopro una sua forte dimensione spirituale cresciuta in una missione mormone. Non diventerò mormona per questo, ma mi colpisce il modo in cui questa musicista, si sia messa in viaggio. Un po’ come se la navicella della sua infanzia, lei rivela, avesse una missione irrinunciabile.

 

 

Un po’ come se volesse ricordarci che ognuno di noi ha un compito ben preciso, perché la barca non vada fuori rotta, nonostante le perdite e i fallimenti. E’ stata una ragazza sofferente e ha perso suo padre ben presto. Per lei il dolore è stata una dimensione difficile ma terapeutica. Scrivere della sofferenza attraverso la creatività, ha rivelato, è stato liberatorio. E’ stato come trovare una luce in cui il buio si spegne. Lindsey si muove nei suoi video e sul palco come un folletto alla ricerca della felicità, che diventa contagiosa. Forse questo spiega i dieci milioni di fedelissimi di questa moderna Campanellino della musica pop e tra gli arpeggi del suo violino e della sua danza ci sono, oggi, anche i miei pensieri che viaggiano lontano e soprattutto più leggeri. Ognuno di noi può essere felice. Ognuno di noi ha la sua luce e il suo valore. E’ questa una bella lezione di positività e di inclusione.

Vi lascio alla visione del trailer “First Light” di Lindsey Stirling.