Una violenta esplosione squarcia il cielo di Beirut.
Il boato causa più danni che 15 anni di guerra civile e ha la forza di una bomba atomica. 2700 tonnellate di nitrato di ammonio saltano in aria ai primi colori dell’imbrunire. E’ materiale che giace incustodito dal 2014 nei magazzini del porto. Un carico sottratto a una nave moldava e abbandonato nel buio di un hangar. Il nitrato è un fertilizzante impiegato in agricoltura, ma anche una sostanza usata da diverse formazioni terroristiche per costruire ordigni. I dubbi allora vengono soprattutto a chi se ne intende.

Il colore del fungo di fumo stagliato nel cielo della capitale libanese, a seguito dell’esplosione, non convince Danilo Coppe, uno dei massimi esperti italiani di esplosivi. La nuvola è bianca e fa più pensare alla detonazione di materiale bellico, mentre il nitrato- dichiara- fa fumo giallo. Sembra che in quella zona ci sia un magazzino di armi di Hezbollah, Il Partito di Dio libanese filo iraniano. Piovono le domande: cosa ha provocato l’innesco e perché il carico, così pericoloso, è rimasto tanto a lungo nel porto? Beirut ha il volto straziato. Alla paura del Covid si aggiunge questa tragedia che ha distrutto mezza città, tolto la casa a oltre 300 mila persone mentre il numero dei morti, che sono 157, continua a crescere nell’inferno delle macerie. I segretidimatilde vuole essere vicino al popolo libanese e lo fa con i versi del poeta libanese Khalil Gibran, l’ultimo dei sognatori.