Questa volta il viaggio nel mondo dei giovani ci porta a conoscere la GENERAZIONE Z la quale nega l’identità di genere maschile o femminile e promuove un’assegnazione d’identità personale e libera, indipendentemente dal sesso. In breve, ci si può sentire uomini, donne, entrambi o nessuno dei due, evitando qualsiasi clichè riconducibile all’essere maschio o femmina per natura.
La perplessità è scontata, soprattutto per me che sono cresciuta sentendomi dire “E’ una cosa da maschio!” (modi di comportamento, giochi, abbigliamento) e per i miei coetanei dell’altro sesso per i quali l’offesa più grave era “Sembri una femminuccia!”. E adesso, tutto è cambiato? Perché si vuole a tutti i costi uniformarsi, perdendo la propria identità? Che bisogno c’è di snaturarsi?

La Generazione Z rivendica la “fluidità”, cioè la possibilità di esprimersi per come ci si sente in un preciso momento, senza tabù e senza la paura di essere giudicati diversi dagli altri. Così si vedono ragazzi e ragazze portare con disinvoltura identici outfit, acconciature o tagli di capelli o trucco, accessori. Look identico per entrambe i sessi, tutto diviene unisex senza imposizione di genere o stereotipi particolari. E’ quanto afferma l’ideologia gender che si avvale di testimonial di successo (il cantante Achille Lauro o il gruppo dei Maneskin qui in Italia sono un esempio) sia in campo musicale che cinematografico, per diffondere il rifiuto di sentirsi o maschio o femmina a favore di un’esigenza di sentirsi entrambi e di prendere il meglio dell’uno e dell’altra.
Ma quanto può essere pericoloso e fuorviante questo concetto di fluidità?

Pensiamo ai più giovani, agli adolescenti che in questa precisa fase della loro vita non si accettano per come sono dal punto di vista fisico e che cercano affannosamente una loro identità, o a coloro che iniziano ad interagire con i coetanei di sesso opposto. E’ utile che si capisca che la diversità tende al completamento e che in ognuno di noi, uomo o donna, esiste sicuramente una parte più maschile o più femminile; ciò però non significa che occorra snaturarsi per fare emergere entrambe, piuttosto saper utilizzare forza o sensibilità, mascolinità o femminilità secondo un giusto equilibrio, senza eccedere, cadere nel grottesco e perseverare nella confusione.