Il termine prende il nome dal celebre personaggio della mitologia greca creato da Ovidio nelle Metamorfosi. Il racconto narra di un giovane di rara bellezza e di straordinaria vanità, figlio del dio Cefiso e della ninfa Liriope, così preso da sé da rifuggire il mondo e l’amore degli altri. Di Narciso si innamora perdutamente la ninfa Eco la quale viene però sdegnosamente respinta e in preda al dolore e alla vergogna per il rifiuto subito vaga per valli e caverne fino a quando il suo corpo si consuma e di lei non resta che la voce.

La dea Nemesi, per punire la superbia del giovane, lo condanna ad un amore impossibile: quello per la propria immagine che egli vede, per la prima volta, riflessa nell’acqua di uno stagno. Nel disperato tentativo di raggiungere e congiungersi con questa immagine Narciso annega. Al suo posto nasce un fiore che prenderà il suo nome. La parola narciso deriva dal greco narkè – sopore, stupore – una fissità che, come insegna il racconto di Ovidio, può rivelarsi mortifera.
Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo della personalità che si caratterizza per idee di grandiosità, costante bisogno di ammirazione e mancanza di empatia. L’atteggiamento dominante del narcisista è di difesa da potenziali ferite al proprio valore alle quali reagisce con senso di superiorità, arroganza e disprezzo, non prendendosi quasi mai la responsabilità delle proprie azioni (sottotipo overt) o sentendosi inferiore, vulnerabile alle critiche e spaventato dal confronto (sottotipo covert). Spesso le due facce coesistono, ma molti narcisisti possono mostrare più spiccatamente una delle due dimensioni.
Le persone narcisistiche possono essere eccitate da una situazione competitiva. La credenza “devo essere migliore degli altri” è attivata dall’urgenza di dimostrare la loro superiorità. Il soggetto narcisista sente la spinta ad accrescere il proprio status. Le persone con disturbo narcisistico di solito si rivolgono al terapeuta perché hanno ricevuto degli ultimatum sociali, un ribaltamento finanziario o altre minacce di umiliazioni, come la perdita percepita o reale dello status lavorativo, sanzioni disciplinari per comportamenti irresponsabili, di sfruttamento, aggressivi o di abuso di potere, la perdita della relazione con il partner o il figlio, o esiti negativi come la sospensione della patente, o altre infrazioni che derivano dalla grandiosità per cui “le regole non valgono per me”. Meno frequentemente, si rivolgono al terapeuta per mostrare se stessi, cercando attenzione e ammirazione e mancando sostanzialmente di voglia di cambiare. La parola chiave per questo disturbo è “impulsività e instabilità”.
Esiste una forma di narcisismo “sano” e una forma di narcisismo “patologico”. Ognuno di noi ha bisogno di sentirsi riconosciuto e amato come persona nel suo essere unico; ciò che può variare, sia in termini qualitativi che quantitativi, è il peso che attribuiamo allo “sguardo” dell’altro, del mondo esterno. Il narcisista “sano” ha la capacità di mantenere un sufficiente equilibrio oscillatorio tra la capacità di amare se stesso e amare l’altro.In certi momenti della vita questo equilibrio però può propendere per un polo in cui l’altro perde importanza e subentra il narcisismo “patologico”. Le altre persone sono viste come oggetti, funzionali al mantenimento di un’immagine grandiosa di sé. Il disturbo narcisistico di personalità può compromettere la vita professionale, sociale e affettiva delle persone che ne soffrono: il narcisista, nel momento in cui non ottiene il riconoscimento che crede di meritare e di fronte a eventuali critiche può reagire con rabbia o vergogna. Inoltre, dato che lo status sociale ricopre un ruolo fondamentale per la sua immagine, spesso si lega a persone famose o speciali che gli forniscono importanza di riflesso, sviluppando rapporti opportunistici e superficiali.
Quando non ricevono risposte alle loro continue richieste di ammirazione, di trattamenti di favore e alla soddisfazione immediata dei loro bisogni a discapito dell’altro, i narcisisti possono divenire furiosi o mostrare disprezzo e distacco e, mancando di empatia, ricorrere alla manipolazione per raggiungere i propri fini fino alla messa in atto di comportamenti abusanti per ottenere il potere che pensano perduto. Gli altri potrebbero decidere di allontanarli, sentendosi sfruttati, manipolati e non rispettati nei loro bisogni, con conseguenti periodi caratterizzati da forte ansia e depressione, spesso l’unica motivazione che li spinge a cercare aiuto da un professionista.



