Nel cortile della chiesa di Isfahan hanno aperto di recente un museo etimologico sull’esistenza degli Armeni in Iran. Ci sono stata e vi ho preparato un video su questo museo moderno.
Tutto è comiciato dal diciassettesimo secolo quando la Persia e gli Ottomani erano in guerra. Il grande Shah Abbass, vista la loro situazione, decidò di ritirarsi ma non era un ritiro semplice! In un atto pianificato il re ordinò di bruciare le terre dei villaggi armeni sulla frontiera per farli immigrare in Persia. E così fu che i miei antenati cominciarono il loro soggiorno in Iran.
E’ stato molto emozionante vedere la storia del mio popolo, raccontata in una raccolta così ricca in questo museo. Ho visto come si vestivano, come l’arte è sempre stata presente nelle loro vite, come sono stati i primi ad introdurre l’invenzione della stampa non solo in Iran ma anche in Medio Oriente, come erano le scuole e quali erano gli strumenti più usati per riprodurre la musica della patria persa.
La musica che ho scelto ha una lirica folcloristica cantata da Ruben Matevosyan, che parla della guerra e dei loro effetti sulle persone.








