Finalmente qui a Praga è arrivata la primavera e vi assicuro che è un’esperienza meravigliosa! Improvvisamente gli alberi cambiano colore: verde, bianco e rosa, il profumo dell’aria è fresco e intenso, le giornate sono più luminose e il grigio invernale del cielo si trasforma in azzurro.
Quest’anno però soffia anche un vento di tristezza e di paura. I Praghesi ricordano quella primavera del 1968 che li ha improvvisamente resi consapevoli della dittatura che li sovrastava. La guerra in Ucraina è molto vicina e la popolazione teme un ritorno dei carri armati russi, molte persone che hanno trascorso gli anni della giovinezza prima del crollo sovietico non vogliono che i loro figli abbiano un futuro senza libertà.
Il governo ceco ha manifestato tutta la sua solidarietà all’Ucraina, il premier Petr Fiala, la scorsa settimana, assieme ai leader della Polonia e della Slovenia, si è recato a Kiev per confermare di persona al Presidente Zelensky l’appoggio della Repubblica Ceca. I centri di accoglienza sono al limite della capienza dei rifugiati e le famiglie praghesi si offrono di ospitare i profughi che transitano pochi giorni in città per poi proseguire verso la Germania, l’Austria e anche l’Italia. Queste sono le informazioni riportate dai media fino alla scorsa settimana. Purtroppo ascoltando i discorsi delle persone semplici, quelle che tutti i giorni incontro nella mia gelateria, traspare una realtà molto diversa. Alla paura dell’invasione o di un prossimo conflitto atomico si aggiunge un’inquietudine dovuta all’arrivo così massiccio dei profughi.
Mi rendo conto che parlare di discriminazione è un argomento scomodo perché si entra in un ambito complesso e spinoso e ci ho pensato molto prima di decidermi di scrivere però spesso la realtà presenta aspetti che fanno male e raccontarla a voi, cari amiche e amici italiani, attenua un po’ questa tristezza che provo e che aumenta di giorno in giorno.
Nella Repubblica Ceca c’è da sempre una forte immigrazione di Ucraini che lasciano la loro terra in cerca di lavoro e soprattutto un’esistenza stabile, data dal giusto equilibrio tra retribuzione e costo della vita. Spesso chiedo alle ragazze che lavorano per me e con me il motivo per cui i giovani cercano un futuro in un altro paese e la risposta che ricevo è che se i prezzi dei beni in Ucraina si equiparano a quelli di Praga gli stipendi medi non ti permettono di acquistarli.
I Cechi non sono mai stati favorevoli a quest’immigrazione pur essendo necessaria per l’enorme carenza di manodopera che grava sull’economia nazionale. In passato molte volte ho sentito commenti negativi verso questi stranieri che rubano il lavoro ai connazionali, che si accontentano di pochi spiccioli in nero abbassando così il costo del lavoro. Ed ora questa convinzione si sta riformando ad un solo mese dall’inizio della guerra. Addirittura è scoppiato uno scandalo che riguarda un sito web a luci rosse che offre prestazioni sessuali a prezzo dimezzato perché la “forza lavoro” è ucraina e il suo valore sul mercato è più basso.
Chiudo il computer, apro la finestra e respiro quell’aria primaverile profumata che riesce in parte a spazzare via tutta la rabbia che ho dentro.
Un abbraccio cara Matilde!