Dapprima in ascensore, racchiusa in uno spazio di linee bianconere che sembrano muoversi man mano che si sale in alto, poi in un corridoio sinuoso ed ecco una pesante tenda, una camera buia illuminata solo dalla proiezione su un grande schermo di immagini di un appartamento da poco scoperto e infine….luce e colore!

 

 

 

Mi trovo al terzo livello del MAXXI di Roma, il museo delle arti del XXI° secolo, per ammirare alcuni dei dipinti, degli arredi e degli oggetti prelevati dall’appartamento romano in cui visse con la sua famiglia e operò Giacomo Balla, uno dei massimi esponenti del Futurismo italiano.

 

    

 

E’ impossibile non notare che il filo conduttore della mostra è il colore, sapientemente combinato alle forme presenti nei quadri, negli oggetti d’arredo e negli abiti. In questo enorme spazio museale si ha la sensazione di veder fluttuare ciò che è esposto, come se guardassimo in un caleidoscopio gigante. Mi soffermo a guardare soprattutto gli oggetti d’arredo dalle forme spigolose ma armoniose nell’insieme, i loro colori brillanti e contrastanti: posso solo immaginare la bellezza di un appartamento così arredato, ciò che può creare la visione di intere pareti e soffitti così decorati.

 

La stessa esposizione è concepita in modo da catturare lo sguardo dell’osservatore in modo graduale, un po’ sui quadri, un po’ sugli arredi, sugli oggetti per poi giungere al culmine della visione nei pressi del grande finestrone, progettato da Zaha Hadid, dove sulla parete in fondo alla sala troneggia l’enorme opera di Balla, il “Genio Futurista” (dalla collezione d’arte moderna della fondazione Biagiotti/Cigna), arazzo ad olio di dimensioni notevoli, tre metri d’altezza per quattro di lunghezza, concepito così proprio per essere visto anche da lontano.

 

 

Interessanti e a completamento della mostra sono anche altre opere presenti nella sala, create da artisti contemporanei per omaggiare Balla attraverso le loro personali visioni artistiche che prendono spunto ed interpretano il pensiero del maestro.