Ero piccola e ricordo il mobile di legno scuro del nonno Peppino, quando arrivò a casa…Era stato per tanti anni nel suo studio medico, a casa dei nonni e poi….

Era talmente grande che non avevamo spazio per portarlo da noi, così, rimase in garage, parcheggiato per diversi anni.

Quando però mi iscrissi all’università, insieme ai miei genitori decidemmo di dare un’occhiata ai mobili appoggiati in garage, per arredare l’appartamento, preso in Prati.

Mamma, come sempre, ebbe una geniale idea: trasformare il vecchio armadio a due ante in un nuovo armadio.

Ci armammo di grandi pennelli e lo

dipingemmo di un forte turchese.

La “genialata”…incomincio’ a rivivere!

Per diversi anni, fu messo nella camera di mio fratello Tolo. Era molto capiente, con il suo grande cassetto, appoggiato in fondo alla stanza e sulla parete tonda. Quando poi mi sono sposata, ho voluto osare e usare la “genialata” della mamma. Come? Facile: eliminando i pannelli delle due ante, lasciando solo la cornice e inserendo dei vetri e delle mensole all’interno. Con l’aiuto della mamma, aggiungemmo del pizzo sul bordo di ogni mensola, cosi’, l’armadio e’ diventato un capiente contenitore di piatti e bicchieri. Dai cappotti dei pazienti di nonno, ai vestiti del mio Tolo, sino ad oggi, con i piatti e i bicchieri di casa. Fiori, statue e valigie, che lo incorniciano al di sopra, lui, trionfa più di tutti nella nostra sala da pranzo. Riceve sempre tanti complimenti per la sua bellezza. Questo mobile vive e rivive, contenendo cose di famiglia di generazione in generazione.

Bello tutto questo vero?