Conosco Samuel da più di un anno. É un giovane venditore di strada che vive da qualche anno qui a Roma, ma viene dalla Serbia. Dipinge degli acquerelli molto belli, rappresentano Roma con i suoi monumenti più importanti della città. Ogni giorno, mentre aspetto i ragazzi che rientrano a casa, mi fermo con la macchina proprio dove è Samuel. Ho scelto quel posto, perché il più comodo da raggiungere dalle due scuole. Ogni giorno sono lì puntuale alle 14.
Il mio amico è alloggiato con tutte le sue opere proprio lì, vicino un bel palazzo storico. Tutti i giorni appoggia lungo un muretto basso le sue opere e, mentre attende i turisti, i suoi clienti per le sue vendite, dipinge rilassato e sorridente.
Spesso, le nostre chiacchierate vengono interrotte quando qualcuno gli chiede indicazioni verso le piazze o cose simili. Un giorno, mentre ero ancora in macchina, Samuel si è avvicinato con la sua discrezione per salutarmi e per chiedermi un consiglio. Due parole in lingua italiana che proprio non riusciva a dire, così mi ha chiesto aiuto. Pane e cane, queste le due parole. Samuel sbagliava e diceva panne e canne. Una volta corretto l’errore ci siamo fatti delle sane risate.
Mi ha ringraziato tanto, ma, in realtà, sono io che devo ogni giorno ringraziare questo amico. Ci facciamo compagnia per qualche minuto tutti i giorni, e lui con la sua dignità e rispetto che porta per chi gli passa affianco, ha sempre un sorriso ed una parola gentile per chiunque. Ogni giorno ci raccontiamo un breve racconto su come scivola la nostra giornata. Una semplice amicizia di strada, nata nel pieno centro romano tra clacson e sirene che passano frenetici, tra tanta gente e le nostre cordiali parole che danno sapore alle nostre attese del giorno.



