Un viaggio in metropolitana a Pechino

Oggi vi racconto la mia avventura metropolitana nella città di Pechino. Confesso che sono anni, ma tanti anni, che non prendo la metro a Roma. Odio gli spazi chiusi, l’essere inscatolata in vagoni straripanti, che qui nella capitale cinese da ventinove milioni di persone, costituiscono una rete underground di 10.000 convogli. Stiamo parlando di 10.700 treni e 27 linee che coprono una lunghezza di 783 km, quasi 8 volte quella milanese. In poche parole la metropolitana di Pechino, che il 16 novembre ospiterà i lavori del Congresso del Partito comunista e la riconferma, data per scontata, di Xi Jinping alla guida del Paese per la terza volta, sembra essere la più estesa del mondo. E’ inoltre la più antica metropolitana della Cina continentale.

E’ stata inaugurata per la prima volta nel 1969 per celebrare il 20esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Con questo preambolo che ci fa capire la grandezza dell’infrastruttura, decidiamo di prendere la metro. Scegliamo la linea 1. La linea più vecchia, quella che porta a Piazza Tienanmen. La linea rossa. Certo avrebbe bisogno di qualche ritocchino estetico ( un’imbiancata ai muri, una rinfrescata ai vagoni) ma è pulitissima e veloce. Ci sono poi le tratte modernissime, soprattutto quelle inaugurate nel 2021 per le Olimpiadi. Grandi monitor, schermi al led per le pubblicità sempre più colorate e coinvolgenti. Anche se la metropolitana di Pechino è tra le più popolose al mondo, con dieci milioni di passaggi al giorno, non ho avuto la sensazione claustrofobica di sempre. Ci ha aiutato sicuramente aver scelto un’ora a metà mattina, non di punta. I cinesi, che di regole s’intendono, non sanno però fare la fila. Pensavo fosse una prerogativa tutta italiana e invece mi sbagliavo. Il primo passaggio è stato il controllo zelante della polizia: scanner e metal detector per tutti.

All’interno due militari sulla banchina e non è raro assistere al cambio della guardia al passaggio di turno di sorveglianza. Ovunque, nei vagoni, nei collegamenti sotterranei, nelle gallerie ci sono le telecamere. Nulla sfugge. Borse e portafogli al sicuro. Per fare il biglietto ci sono le macchinette ma per i più imbranati (compresa me stessa) c’è l’omino allo sportello anche se la vera impresa è farsi capire. Nessuno parla inglese. Si paga con We Chat. Circolano pochissimi contanti. E il biglietto della corsa è di 3 Yuan, circa 50 centesimo di euro. Una cifra decisamente economica. La Beijing Subway si conferma super veloce e pratica. Copre l’intera città che per dimensioni è grande quanto il Lazio. Secondo il Centro di controllo della rete metropolitana della capitale, il sistema di trasporto ferroviario, rispetto ai viaggi in auto, riduce le emissioni di carbonio di 7, 38 milioni di tonnellate, pari alla quantità assorbita da 410 milioni alberi. Visto che Pechino è la principale fonte di anidride carbonica al mondo, anche lo sforzo di potenziamento della metro rientra nella strategia del Governo cinese, che punta alla neutralità del carbonio entro il 2060. E con questa rassicurazione ecologica, saliamo a bordo del primo vagone!