Nel mio viaggio a Isfahan, ho visitato il quartiere armeno a Jolfa dove si trova la Vank (cattedrale) di Amena Prkich- Ամենա Փրկիչ (in armeno vuol dire il Salvatore di tutti). Molto unica nel suo genere grazie alla sua archittetura e all’armonia creata tra quella cristiana e islamica.

Durante il dominio di Safavide, in particolare Shah Abbass I e mentre c’era la guerra contro gli ottomani, dal 1604, lo Shah Abbas attuò una politica di “terra bruciata” nella regione armena, per proteggere le sue frontiere nord-occidentale, una politica che ha coinvolto il reinsediamento forzato di circa 300.000 armeni in Iran. Molti vennero trasferiti nel quartiere chiamato Nuova Julfa, ad Isfahan. Migliaia di armeni morirono durante il viaggio.

 

 

I sopravvissuti godettero di una grande libertà religiosa a Nuova Julfa e si cercò di mettere a loro disposizione tutta le comodità necessarie e per esempio costruirono il ponte “Si-o-Se”che in persiano vuol dire trentatré. Il ponte lo costruirono sul fiume “Zayande” e ha trentatré archi con il riferimento agli anni che visse Gesù Cristo e così collegarono il quartiere con il resto della città.

 

 

Al loro ingresso in Iran, i rifugiati armeni iniziarono la costruzione di chiese  e monasteri per continuare le loro attività religiose come nella loro patria. E nel 1606 venne costruito a Nuova Julfa il primo monastero che comprendeva una piccola chiesa chiamata Amna Perkich, che significa “il Salvatore di tutti”. La piccola chiesa venne poi ampliata e trasformata nella magnifica cattedrale di Vank, che venne costruita circa 50 anni dopo. Tra le più belle chiese e tra le maggiori attrazioni dell’Iran in assoluto, venne completata nel 1664. Include un campanile, costruito nel 1702, una libreria inaugurata nel 1884 e un museo aperto nel 1905.

 

 

L’architettura dell’edificio è unica al mondo perché è una commistione tra l’arte safavide del XVII secolo e lo stile ad alte arcate, tipico delle chiese cristiane. L’edificio ha una cupola simile a quella degli edifici islamici per il rispetto verso la religione ufficiale del paese.

 

 

Tutte le pareti, la volta, la cupola e tutti gli angoli della chiesa sono decorati con dipinti ad olio. La maggior parte dei dipinti murali della chiesa ha temi tratti dalla Bibia e le immagini sono state prese dalla nascita fino all’ascensione di Gesù Cristo. Dalla parte delle mura della chiesa, sono raffigurati il Giorno del Giudizio,il Paradiso e l’Inferno. Questa chiesa è unica in termini di doratura e l’arte relativa alla religione tra le chiese armene.

 

 

Come un’armena trovandomi là, in mezzo a tanta bellezza così particolare, ero fiera dei miei bisnonni quelli che un giorno forzati a lasciare la patria, cercarono di mantenere la loro identità culturale e religiosa malgrado tutte le differenze . Oggi parlo, scrivo e prego in armeno grazie al loro sforzo.