In un mondo dove tutto ” si consuma ” molto più rapidamente e dove i rapporti personali sono in larga parte sfuggenti e superficiali, la comunicazione riveste un carattere sempre più critico e decisivo.

 

E’ importante cosa si comunica, come si comunica, quando si comunica, a chi si comunica ( ma anche chi viene escluso dalla comunicazione ); alle volte assume rilevanza anche il luogo in cui si comunica.

 

 

Tutti questi sono aspetti particolarmente delicati; del resto è noto che nelle aziende vengono organizzati corsi specifici sulla comunicazione; argomenti quali la leadership, la gestione di un gruppo di lavoro, le tecniche di vendita, le negoziazioni commerciali, le presentazioni aziendali, persino il modo di condurre una telefonata dedicano molto spazio agli elementi della comunicazione.

 

Allo stesso modo c’è tanta letteratura piuttosto che studi a carattere sociale che suggeriscono come impostare una comunicazione efficace in famiglia, in particolare con i figli.

 

 

Riprendendo l’origine latina del termine, “comunicare” significa senz’altro ma soprattutto “mettere in comune”; in altre parole nell’atto del comunicare c’è un aspetto che a mio modo di vedere dovrebbe ricevere un risalto maggiore rispetto ad altri, ed è la motivazione di colui/colei che ascolta che dovrebbe sempre essere stimolata e alimentata. In breve: io comunico per condividere, non necessariamente per ottenere il consenso dell’altro ma per renderlo almeno partecipe della mia decisione, del mio punto di vista, dell’obiettivo che intendo raggiungere, dello strumento che ho deciso di utilizzare.

 

Questo significa anche rispettare maggiormente il mio interlocutore, dimostrargli che gode della mia considerazione in quanto per me è cruciale motivargli perchè ho preso e desidero mettere in pratica una certa decisione.

 

Credo che saper comunicare in maniera efficace sia un vero e proprio dono, una qualità preziosa che pochi hanno e che va abbastanza a braccetto con un’altra caratteristica che, in generale, stiamo smarrendo, e cioè “la sensibilità”, vale a dire quel sentimento che ci rende umani. Proverò a parlarne in una prossima occasione.