Delle evidenti ingiustizie emerse in seguito alla pandemia ne hanno parlato tutti. Ci sono le ingiustizie fra classi sociali, fra regioni all’interno di uno stesso paese e tra stati e stati. Ineguaglianze dettate da interessi nazionali, vedi il blocco delle esportazioni delle materie prime per i vaccini, e anche personali, vedi gli aiuti arrivati all’India perche si sono mossi i CEO delle più potenti aziende tech americane che guarda caso sono indiani. Ineguaglianze nella distribuzione dei vaccini per cui c’è chi si vanta di essersi vaccinato e adesso può prenotare un volo per le vacanze e chi spera ancora che qualche benefattore ricco e potente si impietosisca e gli regali qualche dose di vaccino fra quelle avanzate per magari poter in un futuro più vicino invece che lontano riaprire un ufficio o un negozio. Ineguaglianze fra chi si può permettere di rispettare il lockdown, ordinare la spesa online, farsela portare a casa senza alzarsi dalla poltrona avendo il salario garantito e chi vive alla giornata e il conto in banca non ce l’ha e se non lavora non ha i soldi per mangiare; chi può permettersi il distanziamento sociale perchè ha una casa grande, può andare fuori con la propria macchina e chi invece vive negli slum, impacchettati uno sopra l’altro, senza accesso individuale a cucine, bagni e servizi igienici. Sto parlando di Dhaka.

Chi non ha ancora capito che non si può dichiarare il lockdown senza un piano preciso e sicuro di aiuti finanziari e bloccare i trasporti di qualsiasi tipo una settimana prima di Eid quando si sa che sono le uniche vacanze che i lavoratori bengalesi si aspettano dopo un anno di lavoro. Parlo della nostra primo ministro la quale giusto un paio di giorni fa ha chiesto ai suoi connazionali di celebrare Eid nel posto dove si trovano, ovvero, per la stragrande maggioranza delle persone, di non lasciare Dhaka per trascorre Eid con i parenti nei paesi di origine. Il risultato lo vedete nelle foto allegate.
Il tutto quando i casi di contagio sono sempre stati gestibili anche con un sistema sanitario disorganizzato e lacunoso e non sarebbero state necessarie prendere misure drastiche, inascoltate da tutti o quasi, se solo si stesse facendo un programma di tracciamento e test serio e accurato che permettesse alla gente di avere fiducia nelle azioni dal governo perchè prese in base a fatti scientifici e quindi a ubbidire alle misure di restrizione, se e quando imposte.

Purtroppo non vale la pena neanche discuterne adesso; quello che deve essere fatto non viene mai fatto e io sono sfinita. Quindi cambiamo discorso.
Questa settimana c’è stata la notizia del divorzio tra Bill e Melinda e siccome sono persone famose e ricche, la notizia ha causato un’impennata di commenti sulle pagine online dei quotidiani anche qui. La notizia ha poi coinciso con un’altra notizia che aveva occupato la cronaca rosa locale già da un paio di giorni ovvero la storia d’amore, finita purtroppo tragicamente, tra il figlio, sposato e padre di due figli, di una delle famiglie di industriali più potenti e spregiudicate del Bangladesh e una studentessa di vent’anni.
Leggendo i commenti della gente a queste due notizie mi sono subito balzate agli occhi le diverse concezioni sul matrimonio, sul ruolo della donna e sul concetto di famiglia tra una societa’ altamente maschilita, patriarcale, conservativa qui e un qualsiasi paese occidentale.


I commenti dei bengalesi al divorzio di Bill e Melinda sono stati principalmente questi tre: i soldi non comprano la felicità, hanno divorziato perchè non sanno più cos’è il valore della famiglia e la corruzione morale dell’occidente. A parte il fatto della discutibilità o meno di queste affermazioni, emerge chiaramente tra i due casi la diversa concezione del matrimonio e del divorzio, se dovesse capitare.
Decidere di divorziare deve essere una scelta ponderata sempre, in ogni caso e in qualunque momento del matrimonio succeda. Divorziare dopo 27 anni di matrimonio, anche se può cogliere di sorpresa, può succedere se si capisce che continuare sarebbe solo per inerzia. Qui no. Il matrimonio è la più alta fonte di felicità e una tappa fondamentale per una persona che si sente così appagata e può entrare a testa alta a far parte della società. Sebbene i segni di alcuni cambiamenti sociali siano visibili anche qui, mi riferisco al numero crescente di donne che lavorano e l’aumento dei divorzi, il matrimonio resta un punto fermo, rigido che si sottrae difficilmente al giudizio della società. Si nasce una volta, si muore una volta e ci si sposa una volta soltanto e si continua a rimanere sposati anche se ci sono gravi discordanze, torture psicologiche e violenze. Una donna lo sa benissimo che se divorzia, verrà isolata dalla società, sarà vittima di critiche perchè si tende a colpevolizzare sempre la donna e non l’uomo, non troverà una casa da affittare perchè sola, e potrà anche essere ripudiata dalla famiglia di origine.


Anche se magari sono testimoni di matrimoni infelici, le persone tendono sempre a valorizzare ed esaltare chi continua a stare insieme per il bene della famiglia e dei bambini. Se solo la coppia alla fine scoppia passano alla vittimizzazione della donna e al suo isolamento sociale. Non solo vengono celebrate le coppie che, nonostante tutto, stanno insieme ma si tende qui a diluire il problema con un problema più grande. Se ci sono pressioni mentali si pensa: beh almento non ti picchia; se ti lamenti perchè ti trascura: beh ma almeno ti mantiene e così via. ll divorzio tra Bill e Melinda è stato quindi considerato come una cosa che i ricchi si possono permettere e lo hanno fatto perchè in occidente la famiglia non ha più valore perchè moralmente corrotto. Il fatto che in occidente si arrivi alla decisione di prendere strade separate per porre termine a unioni infelice, tossiche, pericolose anche dopo anni di ripensamenti, sofferenze e pensando al bene proprio e dei figli, qui non pare contare più di tanto. Se l’avesse pensata così anche il nostro magnate, e avesse deciso di divorziare piuttosto che continuare un matrimonio, a suo dire, infelice infischiandosene di quello che avrebbe pensato la gente, forse la sua amante non si sarebbe tolta la vita.

La moglie per la vergogna e forse anche per evitare ai figli l’esposizione mediatica, si è rifugiata a Dubai con le sue tre domestiche, lasciando Dhaka su un charter di proprietà della societa’ del marito in pieno divieto dei voli internazionali; lui, accusato dalla famiglia di lei, di averla costretta al suicidio, non viene nemmeno interrogato dalla polizia, non si fa nè vedere nè sentire ma si preoccupa di far diramare nei giornali di cui è proprietario un comunicato in cui si evidenziano le colpe della ragazza, la sua bramosia e corruzione morale. Ecco, se avesse fatto come Bill e Melinda e avesse divorziato dalla moglie dopo diciotto anni di matrimonio, forse ne sarebbe uscito meglio agli occhi di tutti compresi forse anche i suoi.