Respiro a occhi chiusi. E’ il mio rituale di scrittura che inizia, oggi, con la ballata irlandese “Siuil a Ruin”, cantata da Maire Brennan, in arte Moya. Per gli appassionati della musica celtica lei è la voce austera e intima del gruppo musicale i Clannad. Clannad, dal gaelico “An clann as Dobhar”, che significa famiglia originaria del villaggio di Dore.
Una famiglia di musicisti della Contea del Donegal in Irlanda. Amo il loro folk irlandese, contaminato dal jazz e dal rock. Adoro le vibrazioni dell’arpa celtica, del mandolino, il soffio del flauto e dello zufolo di latta. La musica dei Clannad è la mia terapia dell’anima. E’ stata la colonna sonora della mia cerimonia nuziale e ho, poi, citato i Clannad nel mio libro “L’ultima erede del castello di Harcourt”. Quando ascolto le loro canzoni la mia fantasia mi porta lontano. Sento gli zoccoli dei cavalli in battaglia e mi sembra di scorgere la collina di Tara, dove gli antichi sacerdoti, i druidi, pregavano la bellezza della natura e celebravano il re scelto dagli dei. Negli arpeggi e nei virtuosismi dei Clannad c’è la storia e lo spirito degli antenati, dei Celti.
Sono tre fratelli, con i rispettivi due zii. Iniziano a suonare nella Taverna del capostite, la “Leo’s Tavern”. Per ricordare il luogo da dove la loro storia è iniziata il gruppo ha, da poco, pubblicato, l’album “ Turas 1980” che in gaelico vuol dire viaggio. E’ il lungo viaggio che i Clannad iniziano 50 anni fa nella verde terra d’Irlanda. Oggi è tempo di ricordare una serata speciale. Nel 2013 ho avuto l’occasione di incontrarli, prima di un loro concerto, nello Shepherds Bush Empire, un teatro tutto in legno nel quartiere di Hammersmith a Londra. Nel birreria adiacente al locale, trovo Noel e Padraig Duggan, gli zii dei tre fratelli Brennan che formano i Clannad. Padraig, tra l’altro, è scomparso di recente. Ricordo che mi colpì vederli allegramente consumare uno stufato di carne piccante, a poche ore dall’inizio della loro esibizione.
Gli chiesi di fare una fotografia insieme, ma loro fecero di più. Ci invitarono a sederci a tavola. Parlammo del concerto registrato, l’anno prima, nella cattedrale di Dublino. “Christ Church Cathedral” è diventato un album unico. Un ritorno al suono delle origini, alla tradizione, all’esecuzione magistrale a cappella. Quando gli ho detto che la voce di Maire è capace di portare un pezzetto di cielo sulla terra, mi hanno sorriso. Nel gruppo c’è un’altra donna celtica che, poi, è la sorella minore di Maire. E’ Eithne, in arte Enya. Esce, presto, dalla band unendo alla musica tradizionale il gioco delle percussioni, dei sintetizzatori, dando così vita a nuove sonorità ancestrali. Intorno a lei c’è la stessa aurea di magia ma, secondo me, meno intensa, rispetto a quella che circonda i Clannad. Enya, artista solitaria e schiva, sceglie di vivere nel castello di Manderley, dimora ottocentesca sul Mare d’Irlanda, vicino a Dublino. Se non è una favola questa! Il suo vicino di casa è Bono, leader degli U2.
Per i Clannad è un amico di famiglia. Uno dei capolavori dei Clannad è, proprio, “In a Life Time “, un brano folck-rock entrato nella leggenda e nelle classifiche di tutto il mondo, in cui Maire duetta con Bono. Ho la pelle d’oca ogni volta che lo riascolto. Ma torniamo alla ballata “Siuil a Ruin”. Non c’è nulla di più gotico di questo canto appoggiato sulla chitarra che scivola verso un’ipotetica terra immaginaria, dove tutto può accadere. Per ognuno di noi, ne sono convinta, c’è una “Terra di mezzo”, un mondo al centro di mari e circondato dai ghiacci del nord e il fuoco del sud. Un mondo in movimento, proprio, come il Blog isegretidimatilde. Siamo gettati nel mezzo per attraversare il presente. Siamo tante vite in una, perchè ci sono tante albe e tanti tramonti. E i colori cambiano sempre.
E come racconta la canzone “Siuil a Ruin”, a me piace, spesso, indossare le vesti rosse come la donna protagonista della storia, perché il vermiglio è il colore delle emozioni forti. Il ritornello recita: “Vai, amore mio, ma torna a casa”.
Ovunque si vada, qualunque battaglia si intraprenda, si deve sempre tornare a casa. E’ questo il senso del viaggio, sospeso tra l’inizio e la fine. A volta si è naufraghi, ma quando si riprende la rotta, è un tornare, migliori, da dove si è partiti. Questo l’ho imparato anche dai Clannad!
Vi lascio il link youtube della ballata “Siuil a Ruin”