Abbiamo sempre sentito parlare di motivazione, volontà e bisogni, e gran parte di noi sa che questi tre fattori sono alla base del raggiungimento dei nostri obiettivi, pochi però sanno come questi si manifestano e si combinano tra di loro. Per iniziare allora, tre definizioni:
- la motivazione è ciò che conduce ad una determinata azione, può essere intrinseca ed estrinseca; la prima si chiama anche automotivazione, considerata la più efficace e persistente, non è rigida e immutabile e può aumentare e diminuire in base alle circostanze.
- la volontà ha bisogno dell’intervento dell’intelligenza,dell’apprendimento, della consapevolezza, della responsabilità e della libertà d’azione. Sia la volontà che la motivazione sono all’origine dell’azione e sostengono il comportamento. Il processo volitivo subentra quando la motivazione è carente, insufficiente o indebolita da varie difficoltà. La volontà è sempre rivolta ad uno scopo e presuppone consapevolezza;
- il bisogno può essere definito come uno stato di carenza che spinge l’individuo a rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo.
Il processo della volontà serve a portare a termine l’azione a fronte di sopraggiunte difficoltà, quando il comportamento motivato è minacciato ed è richiesto un maggiore sforzo di perseveranza e di concentrazione sull’obiettivo. Elemento essenziale della volontà è la capacità di autocontrollo, grazie alla quale il soggetto riesce a fare scelte consapevoli e ad arrivare all’azione concreta orientata al raggiungimento dell’obiettivo finale. I deficit volitivi sono dovuti a scarsa capacità di autoregolazione e controllo di Sé.
È necessario dunque coltivare l’attenzione e la riflessione, esercitare la virtù morale, tenersi impegnati in un’attività e controllare le emozioni negative e adottare uno stile di pensiero positivo e ottimista. Per quel che riguarda l’autoregolazione volitiva è stato riscontrato che le persone orientate all’azioni utilizzano varie strategie, tipo: il controllo dell’attenzione attraverso la raccolta di informazioni pertinenti che poi vengono selezionate e codificate.
Un’altra strategia è il contenimento delle emozioni e il controllo della motivazione e dello stimolo. Importante risulta anche il controllo dell’ambiente,la gerarchizzazione degli intenti e il controllo dei processi attributivi, infine, ma non in ultimo bisogna incrementare il proprio senso di autoefficacia e al fiducia in sé. Tali strategie si sviluppano attraverso il consolidamento delle proprie competenze di scelta, lo sviluppo della capacità di pianificazione per poi passare all’azione vera e propria attraverso lo sviluppo dell’autoregolazione e della perseveranza. L’ultima fase del processo volitivo è quella valutativa dove si gettano le basi per la motivazione e la forza di volontà future. Se si attribuisce una valutazione negativa è possibile rinforzare la capacità di autovalutazione, che deve essere obiettiva e realistica. Per poter rinforzare uno stile attributivo obiettivo può essere utile confrontarsi non solo con standard esterni ma anche con proprie prestazioni analoghe precedenti per verificarne i progressi.