Juliette Binoche, la grande interprete del film Chocolat, icona del cinema francese, capace di grande versatilità nei suoi ruoli. E’ la protagonista de “Il Paziente inglese”, pellicola di Anthony Minghella, prodotta dalla Miramax di Weinstein, l’uomo condannato a 23 anni di carcere, per abusi sessuali, andati avanti per decenni e denunciati solo tardivamente. “Sapevo della bestia che era in lui”, così ha parlato la Binoche del produttore. L’attrice è stata invece la musa del regista polacco, Krzysztof Kiéslowski nella sua trilogia “Film Blu-Film Bianco-Film Rosso”.

La Binoche riesce bene anche nella commedia, affiancando Steve Carrell in “L’amore secondo Dan”, ma io la ricordo nel difficile ruolo di Anna Barton di “Il danno” di Louis Malle. Il film è tratto dal libro di Josephine Hart. Una donna algida e senz’anima si divide tra due uomini, un padre e suo figlio. La passione libera e senza freni trascina uno all’inferno e spezza la vita dell’altro. Era giovanissima. “Colui che ha subito un danno diventa pericoloso perché sa di potere sopravvivere. E’ la sopravvivenza che lo rende tale perché non ha pietà. Sa che gli altri possono sopravvivere come lui. Avevo 25 anni quando è uscito il film.

Rimasi impressionata. Ero sopravvissuta a un dolore. Ne ero uscita anestitizzata. Piena di cicatrici. Dolorante ma viva”. E naturalmente mechante, forse un po’ cattiva come Juliette Binoche in quel film. La vita è come un teatro, piena di cambi di scena. Lo è stato per me e anche per la Binoche, che dopo aver letto l’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco, lo incontra in udienza privata con una delegazione di attori, ricercatori e attivisti per parlare di ambiente, di ecologia integrale. Nel 2018 l’attrice insieme all’astrofisico Aurelien Barrau aveva lanciato su “Le Monde” una petizione internazionale raccogliendo 200 firme dal mondo accademico e dello spettacolo per sensibilizzare l’opinione pubblica a cambiare il proprio stile di vita nel rispetto del pianeta.

Ci pensate che il riscaldamento globale, in meno di 30 anni, ha sciolto 28.000 tonnellate di ghiaccio della Terra.
A “Le Figaro”, la Binoche aveva dichiarato che avrebbe intrapreso la visita in Vaticano “con spirito di apertura, senza preconcetti, per dire al Papa tutto quello che facciamo e per ascoltare quello che vuole dirci sull’ecologia. Lo vedo come un momento di condivisione”. E quel condividere inizia con il rispetto della “casa comune”, così la chiama il Pontefice. Quando questo viene meno e “si considera la natura solo come oggetto di profitto – aggiunge Papa Francesco – allora si rompe l’armonia e si verificano disuguaglianze e sofferenze. Vedere la Binoche vicino al Papa mi ha fatto amare ancora di più questo Papa che è uomo del suo tempo e rappresentante di una Chiesa che scende tra la gente. Non c’è nulla di più sacro. E di più seducente.