Carissimi amici, ben trovati! La mia latitanza, dovuta ad un cambio di lavoro, mi ha fatto comunque pensare. Ho riflettuto davvero tantissimo in quest’ultimo periodo traendo qualche conclusione che voglio condividere con voi. Nonostante gli acciacchi dell’età, le problematiche della vita quotidiana, le preoccupazioni per questo o quel motivo, resto dell’idea che sono fortunato.
Lo sono perché so che vivo nel più bel Paese del mondo, ora maltrattato, poco seguito, ingiustamente “poco considerato” dall’Europa che conta (se fosse per i cittadini europei sono sicuro che non sarebbe così, la gente “adora” l’Italia).
Tra l’altro io lavoro nel turismo, tra Venezia e la Riviera del Brenta dove ci sono le ville Palladiane. Giro per le fiere turistiche tra Milano, Roma, Rimini, Firenze e per sport (quello fatto a livello agonistico dai miei figli…mica da me, troppa fatica!!!), l’ho girata tutta, proprio ma proprio tutta.
Estetica del sublime, è la mia rubrica, tanto piaciuta a Matilde dove parlo, di solito, delle bellezze del mio Veneto. Viene facilissimo parlare della propria regione, ma viene altrettanto facile parlare di sublime estetica quando si parla dell’Italia tutta. E in questo post vorrei farvi partecipi delle mie lacrime, del mio lacerare il cuore quando l’Italia viene vista in ginocchio.
Il maltempo l’ha flagellata, dal Trentino all’alto Piemonte, dalla Liguria al Veneto fino al Sud Italia, dove tra i territori più colpiti ci sono il Lazio e la capitale. Pesante il bilancio delle vittime – 12 morti – e quello della conta dei danni: un conteggio realistico porta la cifra complessiva nell’ordine dei miliardi. Solo in Liguria, tra le aree più colpite si azzarda una stima ampiamente provvisoria che sarebbe di centinaia di milioni di euro come centinaia di milioni di euro è anche la stima provvisoria in Veneto. Il Bellunese è in ginocchio, aree boschive e forestali completamente abbattute e oltre 60.000 persone senza acqua, gas e luce. Stradivari usava il legno di quegli alberi per i suoi famosi violini. Ora la foresta non esiste più.
Roma, la nostra meravigliosa capitale in tilt con alberi caduti e allagamenti. Tre le vittime nel Lazio. A Terracina è morta una persona: la sua vettura è stata colpita da un albero. Terracina è stata quasi rasa al suolo. Anche a Frosinone due uomini sono morti in un’auto colpita da un albero. Un vento fortissimo ha abbattuto circa 300 alberi.
In Liguria ci sono centinaia di milioni di danni (il porto di Rapallo devastato). Le infrastrutture balneari completamente distrutte. Rapallo, Santa Margherita, Zoagli e Portofino hanno subito danni difficilmente calcolabili. Ricordiamoci che la Liguria viene da un maledetto 14 Agosto, giorno in cui cadde il ponte Morandi.
In Veneto oltre ai danni diretti e ai lavori di ripristino che saranno necessari, va messo in conto lo stop di attività produttive come il fermo alla Luxottica negli stabilimenti di Agordo, Cencenighe, Pederobba e Sedico. Solo per l’acqua alta eccezionale a quota 156 cm a Venezia gli esercenti pubblici stimano una spesa di 20 milioni: ci sono macchinari rovinati, merce da buttare, pulizie straordinarie e la chiusura forzata delle attività. Senza contare i danni a quei mosaici di inestimabile valore nella Basilica di San Marco.
La viabilità, del Bellunese ha visto frane e cedimenti che richiederanno interventi di ripristino e messa in sicurezza. I fiumi Piave, Tagliamento, Brenta, Adige, Sile, Bacchiglione tutti ingrossati con piene da record. Straripato il Piave a San Biagio di Callalta (Treviso) con l’acqua che ha raggiunto il primo piano delle abitazioni e molte persone sfollate.
In Emilia Romagna la Coldiretti segnala la prima neve nel Piacentino e danni in agricoltura, dove il vento ha scoperchiato cascine e stalle mentre in Puglia, nel tarantino, una tromba d’aria, che ha distrutto strutture, pergolati e muretti, sradicando gli ulivi secolari e non (in alcuni casi aperti in due) spazzando via le olive. In Sardegna spiagge cancellate dal mare, danni al tetto del teatro di Alghero ma anche ad abitazioni private e moltissimi alberi crollati.
La “sublime Italia” in questi giorni ha avuto una ferita, una grave ferita. Ci stiamo mobilitando un po’ tutti per darci una mano l’uno con l’altro. Questo è il popolo italiano (oddio, qualche eccezione c’è ma di quelli ne facciamo volentieri a meno, che ne dite?), quel popolo che reagirà, come sempre. Ma vorrei sperare che dopo tutto questo, vi siano consapevolezze più convinte nella testa e nel cuore di tutti, da chi è stato chiamato a governare a tutti noi che, come piccole formiche, possiamo fare davvero tanto.
Cambiamo rotta, salviamola questa nostra Italia. Salviamola dai cattivi, dai furbastri, dalla criminalità, dalla povertà (non è vero che “giù manca il lavoro” serve solo allontanare chi non lo vuole far trovare, il nostro sud è una miniera d’oro per tutta la nazione). Salviamola dagli inquinamenti incontrollati, salviamola dalle concessioni edilizie dove costruire non si può, ce lo insegna la natura. Salviamola dall’ignoranza, salviamola dal razzismo ma applichiamo regole per chi in Italia vuole venire a vivere in pace, salviamola da una scuola che fa fatica a stare in piedi.
Ecco, tutto questo l’ho pensato e l’ho vissuto in questi ultimi giorni da volontario e credetemi, la voce diventa tremolante di fronte alla forza della natura e alle conseguenze che lascia.
Salviamo il sublime e di conseguenza anche la rubrica che tanto piace a Matilde.
Grazie di cuore.