Qui il venerdì corrisponde alla nostra domenica e quindi è un giorno di festa. Uffici chiusi, scuole chiuse, strade semideserte fino a tarda mattinata. Dhaka sonnecchia fino alle due del pomeriggio quando gli uomini escono per andare in moschea a pregare mentre a casa le donne preparano il pranzo del venerdi un po’ più elaborato del solito.
C’è un posto però a Dhaka che anche alle 8 di mattina di venerdi è affollatissimo.
E’ un ristorante, si chiama Star Kebab, famoso per via delle sue colazioni un po’ ‘particolari’.
Lo scorso venerdì mia figlia grande Bianca è andata proprio lì con i suoi amici per salutare la sua amica in partenza per frequentare l’università all’estero.
Il menu della colazione viene servito fino alle 8, poi segue il menu del brunch e dalle due in poi il pranzo vero e proprio.

Non immaginatevi però cappuccino e cornetti!
Nel menu della colazione compaiono cose che io non mangerei a nessuna ora del giorno, figurarsi appena alzata, ma qui, a detta degli esperti, sono delle prelibatezze.
Il vero bengalese fa colazione con porota e baji, la prima è una sorta di piadina cucinata in un filo d’olio, il secondo termine indica invece un semplice stufato un po’ speziato di verdure miste: di solito patate, carote, fagiolini, papaia verde. L’uovo in frittata è un altro elemento immancabile, che in questo ristorante costa poco più di 10 centesimi. Per digerire, una bella tazza di te cotto nel latte o nel latte condensato.
Ma le vere star della colazione sono le cervella di capra ai ferri oppure il midollo della gamba del becco che può essere lasciato intatto dentro oppure estratto per farne una specie di zuppetta da accompagnare alla carne.
Ecco, questo entro e non oltre le otto di mattina.
Cervella ai ferri a parte, il posto è carino, pulito e soprattutto adorato dai giovani perchè costa veramente pochissimo e le porzioni sono esagerate. Un pranzo intero costa meno di 5 Euro.

P. S. Non ci sono foto purtroppo della zuppa di midollo di capra.
A Bianca, cresciuta a cornflakes, cappuccino e pane burro e marmellata, non è bastato fare appello a quel 50 per cento di patrimonio genetico bengalese per affrontarla.