A Shanghai la mostra di Marina Abromović. 30 anni dopo la sua lunga camminata sulla Grande Muraglia cinese e la scoperta del potere dei cristalli e dei minerali.
Durante la mia permanenza a Shanghai ho avuto l’occasione di vedere “Transforming Energy”, la prima mostra personale di Marina Abramović in un museo cinese.
Mi riferisco al Museo di Arte Moderna affacciato sul fiume Huangpu di Shanghai, che omaggia la grande impresa dell’artista serba, la pioniera della Peformance Art, quando nel lontano 1988 decide di percorrere a piedi la Grande Muraglia cinese. Una lunga marcia di 2500 km in 90 giorni che la vede protagonista insieme all’artista tedesco Ulay, all’epoca anche suo compagno.
I due si sarebbero dovuti sposare al termine dell’impresa che invece segna la fine del loro sodalizio personale e professionale. Si rivedono solo 22 anni dopo, quando Ulay si siede di fronte a Marina durante la sua performance al MoMa di New York nel 2010. La mostra di Shanghai si rifà ai grandi temi della resistenza e del corpo e soprattutto alla presa di coscienza del flusso dell’energia.
Durante the Great Wall Walk Marina Abromović scopre il potere dei cristalli e le grande potenzialità della medicina cinese. Il binomio arte ed energia si unisce al bisogno di guarigione e rinnovamento, che è poi il filo conduttore dell’allestimento di Shanghai.
Sono presenti 150 opere di cui il 75% mai esposte prime.
Ci sono oggetti in cristallo e la presenza di almeno 30 quintali di minerali che l’artista ha raccolto durante i suoi viaggi. Il pubblico può ammirare dei geodi che hanno 35 milioni di anni. C’è una mia foto davanti a uno di questi involucri grigi di pietra calcarica. Mi spiegano che è capace di assorbire le negatività. E’ una spugna naturale che cattura le vibrazioni negative. Ne resto affascinata e ammaliata.
Il pubblico diventa quindi l’interprete del proprio processo energetico di rinnovamento.
Ci sono i telefoni rossi telepatici. Queste bizzarre sculture offrono al visitatore l’opportunità di allenare la propria emotività e connettersi metaforicamente alla propria anima anche quella più buia. Ci provo anch’io. L’impegno che ci metto è tutto nella foto.
Poco più avanti in molti fanno l’esperienza dei letti di legno adagiati su un pavimento di scorie legnose e minerali. Queste opere, a prescindere che funzionino o meno, sono la grande eredità dell’artista quando a 80, 90 o 100 anni- lei stessa dichiara – non sarà più in grado di esibirsi.
I suoi “Oggetti Transitori” rappresentano la nuova fase della sua arte in cui l’interazione diventa un processo terapeutico e spirituale.
Confesso che la mia iniziale resistenza ha lasciato il posto alla curiosità, alimentata anche dalle oltre 1200 fotografie inedite della grande “camminata” dell’artista sulla Grande Muraglia.
L’allestimento interattivo ha fatto il resto provocando in me un piacevole coinvolgimento. La sensazione è stata quella che le imprese più grandi si possono realizzare solo se s’impara a conoscersi. Ciò che conta – sembra voler ricordare l’artista- è fare buona esperienza di se stessi, sia nella buona e nella cattiva sorte.
Quello che conta però è fare il pieno di energia giusta e guaritrice!
Per chi fosse a Shanghai la mostra è aperta al pubblico fino al 28 febbraio! Good vibes a tutti!