
Su ogni porta, nelle case, nei negozi è impossibile non notare luminose e colorate ghirlande decorative. Sono addobbi semplici fatti con elementi naturali o arricchite di accessori a tema natalizio; in entrambi i casi conservano il loro fascino ed il loro significato.
Mi sono documentata a riguardo, leggendo qua e là, sulla storia di queste “ruote” (così chiamavo le ghirlande in tenera età….) che a casa mia, dei miei nonni e dei miei tanti zii non sono mai mancate. Anzi, a volte, venivano anche regalate così come il vischio per augurare buone feste.

La ghirlanda ha origini antichissime: segno di vittoria al tempo dell’Impero Romano, simbolo di amore eterno per i Greci; anche i Barbari usavano riunirsi intorno ad una ghirlanda dentro la quale alcune candele illuminavano le loro capanne. In epoche più recenti la ghirlanda di fiori diventa ornamento per il capo in particolari cerimonie o abbellimento decorativo nell’arte barocca. E poi, le ghirlande che in questo periodo è possibile notare in tutte le chiese, chiamate Corone dell’Avvento, le cui quattro candele posizionate nel loro interno segnano le quattro settimane che precedono la nascita di Gesù e che, una dopo l’altra, vengono accese la domenica di ciascuna settimana.

Le ghirlande fanno ormai parte delle nostre tradizioni natalizie, così come l’albero o il presepe. Per me rappresentano il legame con il passato, con la mia famiglia d’origine, il ricordo dei momenti gioiosi durante le fasi di “preparazione” della casa per le feste, degli addobbi che trasformavano totalmente ogni ambiente e contribuivano a creare un’atmosfera calda e accogliente per tutta la famiglia.
E così, sulla mia porta, oggi come allora ho appeso una ghirlanda. Ma questa volta ho fatto di più: ne ho create alcune personalizzate da regalare ai miei amici usando elementi naturali e materiale di riciclo. Una strenna natalizia semplice ma con un grande significato che spero sapranno apprezzare.
“….Ho steso corde da campanile a campanile; ghirlande da finestra a finestra; catene d’oro da stella a stella, e danzo.”
( Arthur Rimbaud – “Illuminazioni”)




