180 pagine in cui le parole hanno il profumo delle spezie, la forza della musica, i colori delle cupole fiabesche di Isfahan, i versi di Hafez. “Il paese delle stelle nascoste” è il libro autobiografico di Sara Yalda. E’ il suo ritorno a casa: in Iran, a Teheran.
Dopo ventisette anni di lontananza la scrittrice ritrova la sua infanzia negli occhi del padre, riscopre il suono del suo vero nome Afsaneh. Lei, giornalista a “Le Figaro” parla il farsi con un accento strano. La scambiano per una straniera nel suo Paese d’origine. Tutto il libro è una ricerca costante di quel senso di appartenenza a un mondo in cui domina il chiaroscuro, il compromesso tra legalità e trasgressioni. Ogni giorno gli Iraniani si muovono, con grande ironia, in questa dualità tra vita coranica e libertà clandestina.
Ho letto il libro di Sara Yalda qualche anno prima del mio viaggio a Teheran. Città dove abitano tredici milioni di persone, in prevalenza giovani che combattono contro censura e divieti. Quando l’autrice parla di sua sorella Zahra che tutti chiamano “la signora ingegnere” perché è laureata, ci mostra la forza e il coraggio delle donne iraniane, che oggi sono la parte viva e intellettuale dell’Iran , che sono la vera rivoluzione.
Le donne iraniane come Zahra, scrive l’autrice, ”credono nell’impegno , nel progresso, hanno fiducia negli uomini e nella vita”. Questa modernità indossa l’hijab. Ha occhi neri e intelligenti. Ha un cuore grande e poetico. E’ l’ anima dell’antica Persia. Una storia millenaria lunare e magica. Dedico questo libro alla mia grande amica Atineh che ogni settimana regala al Blog un soffio della sua rubrica “Vento di Persia”. Grazie Atineh.



