
Ci siamo. Con ritardo rispetto all’Italia anche noi siamo confinati da martedì 17 marzo esattamente dalle ore 12. Cosa succede? I francesi sembrano sorpresi, eppure ogni sera il telegiornale ci mostra dei vicini “europei” con una vita ormai in sordina, i malati che si succedono senza tregua e chi sta decisamente meglio “agli arresti domiciliari”.
Eppure vedo che anche i miei amici ai quali racconto ormai da settimane ciò che accade a parenti e amici in Italia, anche loro sono increduli davanti al discorso del Presidente. State a casa.
La prima reazione? Svaligiare i supermercati come se il cibo potrebbe venire a mancare da un momento all’altro. Poi partire…..
Vogliono lasciare Parigi, meglio essere confinati nelle case fuori città, con le famiglie. Si, qui si vive in appartamenti piccoli e senza balconi, all’idea di non poter uscire i parigini sono già impazziti. L’autocertificazione anche qui.
Insomma, mi sembra uno scenario già scritto, un “déjà-vu”, con giorni di ritardo si assiste esattamente alle stesse situazioni vissute in Italia, francesi, italiani…..il panico ci rende tutti uguali! La paura dell’ignoto. L’incoscienza dell’ignoranza.

E poi questa ultima domenica prima del “divieto di assemblarsi”, quando il Presidente aveva detto di evitare le uscite, consigliando di non andare in luoghi con tanta gente, era solo un “consiglio”…..questa ultima domenica, complice una bella giornata, il sole e tutti, dico TUTTI fuori, essendo chiusi i ristoranti, musei e centri commerciali, rimanevano i parchi…..sembrava agosto, tutti al parco, in famiglia, con gli amici, sembrava un film surreale.
Martedi si é chiuso il sipario, per tutti. Sembra uno scherzo, tutti a casa come i cugini italiani o spagnoli ……che ci crediate o no cari francesi si entra nella danza, probabilmente macabra, ma solo tutti insieme si può’ vincere questa che il presidente francese ha ribadito essere una “guerra”.



