
Ben ritrovati amici lettori e buon inizio estate a tutti. E’ da un po’ che ci penso: dopo qualche mio articolo, mi piacerebbe ora leggere qualche vostro commento per rendere un po’ più interattivo il nostro rapporto “via web”. Quando poi saremo in tanti ad una discussione, organizziamo un fine settimana da qualche parte (qui in Veneto, ovvio) e ci conosciamo di persona, ci state?
Oggi dove vi porto? Avevo promesso a Matilde il gotico, ma non ho tutto il materiale a disposizione e dunque andiamo alla tappa successiva. Vi porto nella bella Padova, città sicuramente tra le più vivaci del nord Italia grazie alla “nutrita” popolazione universitaria e ai due mercati rionali e quotidiani, l’uno di frutta e l’altro della verdura e che si tengono vicino al meraviglioso “Palazzo della Ragione” al cui interno si trovano la medioevale corte di giustizia e la sala del gran consiglio. Potremmo parlare per ore di Padova e delle sue molteplici sfaccettature: Padova artistica, Padova universitaria (il pulpito di Galileo è ancora lì, bellissimo e pieno di fascino al Palazzo del Bo), Padova industriale, turistica, Padova movida.

Possiamo sicuramente ricordare l’antico caffè Pedrocchi, il complesso museale degli Eremitani, la Cappella degli Scrovegni e i dipinti di Giotto. Ma con tutto questo avrò modo di “stuzzicarvi” l’interesse prossimamente.
Oggi, invece, vi parlerò di quella più spirituale, Padova religiosa e della Basilica di Sant’Antonio, chiesa esotica con guglie simili a un minareto e cupola bizantina, conosciuta anche come “Basilica del Santo”. Fu iniziata nel 1232 per ospitare le spoglie di Sant’Antonio da Padova (lui in realtà portoghese) che abbracciò il modello di San Francesco e che predicò sino alla sua morte. Sebbene uomo semplice che rifiutò tutte le ricchezze terrene, i padovani costruirono una delle chiese più ricche della cristianità come suo santuario. Il profilo esotico riflette l’influenza dell’architettura bizantina, la cupola centrale a forma di cono è attorniata da sette altre cupole che si innalzano sopra una facciata che unisce il gotico (sarà contenta Matilde) ed il romanico.

L’interno tuttavia è più convenzionale. I fedeli non possono avvicinarsi all’altare maggiore coi suoi magnifici rilievi di Donatello (1444-5) sui miracoli del Santo e la crocifissione di Gesù. L’accesso alla tomba del Santo è permesso e le pareti accanto alla tomba sono tempestate di “grazie ricevute” da fedeli scampati ad incidenti o a malattie grazie all’intercessione del Santo. Le pareti intorno al sacrario sono in marmo con opere che vanno dal 1505 al 1577 di artisti come Jacopo Sansovino e Tullio Lombardo. Meravigliosa l’opera all’ingresso di sinistra della basilica: una raffigurazione di un primo piano della Madonna che ci guarda e ci segue con gli occhi, anche se ci si sposta (tecnica pittorica)

Vicino alla basilica l’orto botanico, il più vecchio d’Europa, fondato nel 1545 che conserva molto del suo aspetto originario e una palma che, si dice, sia stata piantata nel 1585. In questo orto botanico si coltivarono i primi girasoli e le prime patate importate dalle Americhe per poi essere coltivate in tutta Italia.


Dunque un salto a Padova, credo, valga la pena di farlo. Se ricordo bene dovevamo organizzare una visita a Venezia e bere un’ombretta di vino. Ora proseguiamo per Padova dove vi consiglio il suo eccezionale “spritz” ma, mi raccomando, fatto con l’ottimo prosecco.

Ah si, sant’Antonio si festeggia il 13 Giugno con una processione molto suggestiva ed una festa davvero coinvolgente a Padova.
Ciao e…alla prossima.



