Sabato pomeriggio con una cara amica, un cinema, un film appena uscito C’E’ ANCORA DOMANI. Siamo in fila al botteghino, noi e tante altre donne di ogni età. Così in sala pubblico prettamente femminile fatta eccezione di qualche marito o fidanzato che coraggiosamente ha accompagnato la sua donna.
Film finito: quasi due ore che scorrono veloci tra le immagini rigorosamente in bianco e nero di una Roma del dopoguerra, con le corti interne dei palazzi luoghi di ritrovo, in cui le storie di ogni singolo abitante sono le storie di tutti, belle o tristi che siano.

Sono tante le considerazioni che possono scaturire dopo la visione: intanto la bravura della protagonista e regista Paola Cortellesi che rende la storia semplice del film complessa per i diversi aspetti che man mano si sviluppano, senza appesantirli, anzi sdrammatizzando le scene in cui la tristezza è inevitabile.

La povertà del dopoguerra, il riscatto delle donne che con determinazione corrono ad esprimere la loro volontà attraverso il voto durante il referendum istituzionale del 1946, nonostante i divieti dei loro mariti, la famiglia patriarcale che soffoca ogni forma di libertà per mogli e figlie, compresa quella di parola, attraverso atti di violenza fisica e verbale. Contro questi soprusi solo la determinazione delle donne e la volontà di uscire da questa condizione d’inferiorità, resistere per cambiare la realtà.

E’ un messaggio bellissimo e attualissimo. Tanto è stato fatto per raggiungere questo obiettivo, ma tanto c’è ancora da fare soprattutto per le nuove generazioni che devono essere educate ad una parità tra uomo e donna che non sia prevaricazione reciproca, ma dialogo, interazione, scambio di visioni, libertà di agire secondo le proprie aspirazioni senza la paura che non ci possa essere un domani.