Ma lo sapete che a Dhaka i semafori non esistono?
Mi spiego. In realtà ci sono, ma solo a scopo ornamentale.
Mi spiego meglio. Siccome i semafori installati sono guasti, il traffico viene ancora gestito manualmente da impavidi poliziotti aiutandosi all’occorrenza con: bastoni di bamboo, corde, sbarre di ferro, gilet e palette catarifrangenti di notte, punteruoli per sgonfiare le ruote dei rickshaw disobbedienti, urla, gestacci e imprecazioni, e cosi via.
Lo slogan ‘Digital Bangladesh, coniato dall’attuale primo ministro e voluto fortemente dal figlio, che dall’alto della sua laurea in informatica, elargisce consigli, linee programmatiche, proposte di legge, iniziative ‘digitali’ ecc. dall’America, dove risiede, suona un po’ vuoto e insignificante se ancora nel 2021 una metropoli di 20 milioni di abitanti non puo’ contare su un serio ma soprattutto efficiente sistema di controllo del traffico automatizzato.
In realta’ nel 2005 la Banca Mondiale, dono’ ufficialmente al governo la bellezza di 140 mila Euro, parte del Progetto di Rimodernamento del Trasporto Urbano a Dhaka, per automatizzare il traffico. Furono installati 70 semafori nei principali incroci cittadini. Me lo ricordo benissimo. Allora questa svolta ‘digitale’ fu presentata come una rivoluzione che avrebbe risolto il problema del traffico a Dhaka.
Mi ricordo anche che pensai subito ‘non ti fidare’. In effetti avevo ragione. La svolta digitale fu troppo non solo per gli autisti, che qui imparano a guidare non andando in una scuola guida come tutti i comuni mortali nei paesi civili, ma prendendo lezioni private dall’amico che gia’ guida la macchina, ma anche per i pedoni che non sapevano se ubbidire al semaforo o al poliziotto ancora presente allo scopo di controllare che le macchine osservassero il semaforo. Dopo qualche mese tutto torno’ come prima. Il semaforo andava per conto suo, le macchine anche.
Fino a quando un bel giorno furono spenti del tutto.
Il dipartimento di polizia punto’ il dito contro la mancanza di esperti alla manutenzione del comune, il comune contro l’inefficienza degli esperti alla manutenzione della polizia.
Dal 2010 al 2018 furuno spese altre decine di migliaia di Euro per il progetto ‘Clean Air and Sustainable Environment’ sempre sponsorizzato dalla Banca Mondiale che prevedeva la riparazione dei semafori guasti, l’installazione di altri 100 e il rifacimento di alcuni incroci con l’aggiunta di isole divisorie e strisce pedonali, tutto allo scopo di snellire il traffico e rendere le strade piu’ sicure.
Nulla. I semafori continuano a non funzionare o a essere spenti e i pedoni continuano ad attraversare la strada come galline impaurite dove gli pare o dove gli conviene.
Cara Banca Mondiale, e’ inutile sponsorizzare progetti dai nomi altisonanti e incaricare del monitoraggio superindententi stranieri che non capiscono in realta’ come ‘funzionano’ qui le cose. E’ inutile anche intraprendere mega progetti come la nuovissima ferrovia sopraelevata che dovrebbe entrare in funzione, sebbene solo alcune tratte, tra qualche mese. Sarebbe piu’ utile forse avviare 100 scuole guida serie che insegnino una volta per tutte le regole stradali che qui tutti ignorano, anche perche’ non esistono i cartelli stradali a ricordargliele, incluse quelle fondamentali come stop e dare la precedenza, insegnare nelle scuole ai bambini come comportarsi sulla strada, come e dove attraversare in sicurezza così che diventino adulti consapevoli e attenti e diminuire il numero di macchine private introducendo bus decenti utilizzabili da tutti e non solo da chi non ha la macchina.